Aiuto, abbiamo perso il gol! Il titolo della Gazzetta dello scorso 24 agosto lanciava l’allarme, ma era relativo a una sola giornata di campionato, la seconda, che poteva restare isolata, figlia del caso. In quel turno vennero registrate soltanto 13 reti, una media così bassa non si toccava dalla giornata numero 32 del 2017-18. La tendenza dello scorso agosto è invece proseguita, il campionato del gol continua ad avere i conti in rosso: il saldo parziale delle prime 15 giornate evidenzia una differenza in negativo di 70 reti. E la media a partita è scesa da 3,05 a 2,58.
La siccità Per la seconda giornata si parlò di condizione non ancora al massimo, come poteva essere naturale in avvio. Precisione e brillantezza non andavano ancora d’accordo, era normale, soprattutto con una preparazione diversa, più sprint per affrontare una stagione diversa, spezzata a novembre dalla sosta Mondiale. Sono state giocate altre 13 partite, il rodaggio è diventato un chilometraggio esagerato, visto l’affollamento dei match soprattutto per le grandi, impegnate anche nelle coppe europee. Ma la siccità di gol rispecchia quella dei nostri laghi e fiumi. Attacchi in secca, difese rigogliose.
Campioni smarriti Le squadre italiane si sono riempite di fuoriclasse in difesa? Hanno imparato a non sbagliare alcun movimento nella fase senza possesso? Non proprio. Si può dire che alcuni specialisti del ruolo, i campioni del gol – dove il termine riguarda il valore nel nostro campionato e non in assoluto – si sono tirati indietro. Infortuni, cali di rendimento, adattamento difficile. E anche il pensiero del Mondiale, visto come: timore del guaio fisico che facesse perdere il torneo in Qatar, voglia di strafare per mostrare al commissario tecnico di turno di meritare la convocazione, delusione quando si è capito che non c’era speranza di una chiamata.
I capocannonieri La classifica dei marcatori di questo torneo vede al comando Victor Osimhen del Napoli con 9 gol. Eppure il fenomenale attaccante della capolista ha saltato quattro partite intere per l’infortunio al bicipite femorale e nessuno è riuscito a far meglio di lui. Alle sue spalle c’è Marko Arnautovic del Bologna, a quota 8. Un anno fa, dopo 15 turni, Dusan Vlahovic ancora alla Fiorentina era in testa a 12, Ciro Immobile che poi sarebbe diventato capocannoniere principe a fine torneo era a 11, Duvan Zapata dell’Atalanta e Giovanni Simeone del Verona erano terzi a quota 9, la stessa che adesso è sufficiente per mettersi al comando.
Il calo Balzano all’occhio i rendimenti diversi di alcuni pirati d’area. Vlahovic (-6, su 10 presenze) non ha nella Juventus la continuità della prima parte della scorsa stagione, quando era diventato un idolo dei tifosi viola e la Fiesole ancora non aveva rispolverato i versi di Dante per definirlo un malvagio traditor. Immobile è a -5, Zapata è sceso da 9 a un gol nella sua prima parte di annata ancora costellata di dolori, vedi il malanno muscolare alla coscia che lo ha tenuto in infermeria dal primo settembre a metà ottobre (è rientrato il 23, contro la Lazio). E poi fra i pesi massimi dei marcatori è sparito ovviamente del tutto Zlatan Ibrahimovic, per il noto infortunio al ginocchio. Diverso il discorso per Tammy Abraham della Roma, confrontando le 15 giornate iniziali. Il suo apporto al momento è al di sotto delle aspettative (soltanto tre centri), ma nella stessa frazione dello scorso torneo aveva segnato soltanto una volta in più. La maggior parte dei 17 centri finali dell’inglese maturarono più avanti.
Le squadre Se mancano, per qualsiasi motivo, i killer d’area, si può rimediare con l’organizzazione e la varietà della rosa. Il Napoli era capolista anche un anno fa, a questo punto, ma aveva soltanto una lunghezza di vantaggio sul Milan e 5 reti in meno di adesso. Luciano Spalletti ha fondato la cooperativa del gol e le 37 esultanze in campionato della sua squadra (miglior attacco) hanno avuto 13 protagonisti diversi. Inter, Milan, Lazio e Roma sono sotto alla cifra dello scorso campionato, la Juventus invece è a + 4. Figurarsi se Vlahovic avesse avuto la stessa resa di un anno fa, possono pensare i tifosi bianconeri. Ora si riparte, per tutti è d’obbligo la caccia al gol. Fonte: Gasport