L’inchiesta Prisma sui conti della Juve si arricchisce di nuovi dettagli e analisi. “I bilanci della Juventus non appaiono redatti nel rispetto delle norme di legge e regolamentari provenienti dalla Consob e dei principi contabili internazionali che disciplinano la formazione di detti documenti“, sostiene a “Repubblica” Enrico Stasi, professore alla scuola di Management di Torino e consulente nominato dalla procura di Torino per analizzare i bilanci del club bianconero. Tesi che consoliderebbe le accuse di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni che i pm hanno mosso a 13 indagati per i quali è stato chiesto il processo, tra cui anche l’ex presidente Andrea Agnelli.
Le considerazioni di Stasi arrivano dall’attenta analisi della mole di carte dell’inchiesta sui bilanci della Juventus e nel dettaglio puntano il dito soprattutto sulle famigerate “plusvalenze” bianconere. “In particolare, risulta accertato che nei predetti documenti contabili non sono state correttamente e fedelmente rappresentate le operazioni di scambio/permuta dei calciatori, tanto a livello di plusvalenze relative a calciatori ceduti, quanto a livello di costi di acquisizione e relativi ammortamenti dei calciatori acquistati – si legge nella relazione del consulente della Procura -. Ed è stato altresì accertato che i debiti per retribuzioni del personale tesserato non sono stati contabilizzati secondo il principio della competenza“.
Passando al setaccio le carte, inoltre, Stasi ha riscontrato anche un’anomalia nella cosiddetta “manovra stipendi” proposta e concordata con i giocatori e lo staff tecnico durante la pandemia. “È stato accertato che il comunicato stampa diffuso dalla società il 28 marzo 2020 non fornisce una informazione completa e corretta dell’accordo intercorso con i calciatori e l’allenatore circa la rinunzia alle retribuzioni loro spettanti“, precisa l’esperto chiamato un causa dai pm per far luce sui bilanci bianconeri.
Fonte: SPORT MEDIASET