S. Bagni ai microfoni de “Il Mattino”: “La pressione è sull’Inter, deve vincere per illudersi”
L’imbarcata di inizio anno era scritta. «Però poi sapevamo rialzare la testa» ricorda Salvatore Bagni. Era una delle colonne del Napoli tricolore, che puntualmente dopo la sosta natalizia faceva tappa a Milano. «È vero, sembrava uno scherzo del destino, o del calendario. Per noi c’era sempre un impegno tostissimo a inizio anno e sempre in trasferta, mai al San Paolo».
Milan-Napoli era un classico. «Altro che, direi un ritornello. Impossibile dimenticare la batosta del 4-1: andammo in vantaggio con Careca ma il secondo tempo fu una tortura. Ne beccammo quattro ma potevano essere molti di più».
Partite preparate male dal Napoli o troppo bene dagli avversari? «Prima era diverso, c’erano due settimane di stop e i nostri due giocatori più forti, Diego e Careca, rientravano dal Sudamerica solo qualche giorno prima della gara. Non avevano nemmeno il tempo di smaltire il fuso orario e già si andava in campo: quelle erano sfide dove dovevi presentarti al massimo della condizione, noi invece qualche deficit lo avevamo. Ci rifacevamo in casa nostra nella gara di ritorno, anche il Milan ha preso belle batoste a Fuorigrotta».
Zero similitudini con la prossima sfida di San Siro? «È cambiata ogni cosa, erano altri tempi, un altro calcio. Spalletti ha avuto due settimane di tempo per preparare la gara avendo tutti a disposizione. Non so se sarebbe stato meglio riprendere con una partita più soft, le perplessità legate alla lunga sosta sono un problema comune a tutte le squadre».
Lo stop per il mondiale avvantaggerà l’Inter o il Napoli? «Sulla carta staranno meglio quelli che sono rimasti dentro al Mondiale fino alla fine. Nell’Inter abbiamo Brozovic e Lautaro che hanno raggiunto le due finali, anche se l’argentino ha giocato poco. Chi ha più minuti nelle gambe è avvantaggiato, chi ha lavorato duro con gli allenamenti trarrà benefici più in là nel tempo».
L’assenza di partite potrebbe incidere? «Esatto, è la mancanza del clima agonistico che rischia di creare problemi: le amichevoli contano fino a un certo punto, e poi le hanno giocate quasi tutte le squadre nelle ultime settimane».
L’Inter sarà supportata da 75mila tifosi. «Non credo affatto che questo sia uno svantaggio per il Napoli. Ci sono tanti calciatori azzurri abituati a platee numerose e calde, e che hanno esperienza internazionale».
La pressione è più sull’Inter? «Nettamente. Deve soltanto vincere per illudersi di poter rientrare nella corsa scudetto, al Napoli resterebbe comunque un discreto vantaggio da amministrare. Ma io penso che tutto sommato Spalletti sia favorito contro Inzaghi».
È vero che stava menando il suo presidente all’Inter? «Pellegrini era subentrato a Fraizzoli, aveva sempre qualcosa da rimproverarmi. Più volte mi chiese di cambiare atteggiamento, io gli risposi che se non gli andava bene poteva vendermi. All’ennesimo litigio, minacciò di farmi giocare nel suo giardino di casa: non so chi o cosa mi trattenne dal dargli un pugno».
E arrivò la telefonata del Napoli. «Di Marchesi per la precisione: mi aveva trasformato da attaccante in mediano. Lasciai l’Inter da scudetto per gli azzurri che lottavano per non retrocedere ma ritrovavo Marchesi ed era arrivato Diego».
Fonte: Il Mattino