Il Toro Lautaro tornerà alla Pinetina da campione del mondo, Marcelo Brozovic con la medaglia di bronzo al collo. Ma in Qatar nessun interista ha abbagliato con una prestazione sola, come ha fatto Denzel Dumfries negli ottavi contro gli Stati Uniti: un gol, due assist, MVP del match. Prima di lui, solo un paio di olandesi erano riusciti a partecipare a 3 gol in una partita di Coppa del Mondo.
Uno si chiamava Cruijff (’74) e l’altro Rensenbrink (’78). Mica carneadi. Tra tutti i giocatori della Serie A, nelle primo tratto di campionato, nessuno ha rapito gli occhi più di Khvicha Kvaratskhelia. Per questo la rotaia di San Siro, la stessa, sulla quale sfrecceranno i due il prossimo 4 gennaio, sarà uno snodo chiave del match che può far svoltare l’intero campionato.
Più in generale, per quanto in mezzo si incrocino due delle mediane più forti del campionato, il senso di Inter-Napoli verrà confezionato in gran parte sulle fasce. Entrambe. Arrigo Sacchi ricorda che, prima di ogni partita a San Siro, doveva spostare le linee laterali perché il Trap amava restringere il campo per difendersi meglio. Mentre lui amava allargarlo per giocare di più. A Inzaghi e Spalletti va benissimo che sia molto largo e ci sia spazio per correre.
Il vento di Kvara Kvara, la pescata di mercato dell’anno, ha cominciato a segnare a Ferragosto con il Verona, alla prima giornata di campionato, e ha smesso all’ultima che ha giocato il 29 ottobre contro il Sassuolo, prima di fermarsi per il mal di schiena. Nel mezzo una fila ininterrotta di perle: 6 reti, 5 assist, 23 occasioni create, ma più ancora dei numeri, ha impressionato la facilità di corsa lunga palla al piede, molto olandese, nel senso di Johan, e l’abilità nel dribbling secco, diventata ormai merce rara in Serie A.
Il georgiano ha messo a segno 19 dribbling; il migliore, Leao, è solo 5 gradini più in alto. Corsa lunga e dribbling stretto lo rendono buono per tutte le stagioni: attaccare spazi larghi e imbucarsi nei pertugi. Una manna, anche perché vede la porta. Degli esterni in campo a San Siro è di gran lunga il più offensivo, per i gol (6, Politano e Dimarco 3), per i tiri (34, Dimarco 22), per i tocchi in area (72, Dumfries 48).
Kvara è stata la Rivoluzione di Spalletti, perché lì troneggiava Insigne, geniale e spesso decisivo, certo, ma anche tante pause e pallone fermo sotto la suola. Kvara ha spalancato le finestre e ha fatto entrare un vento nuovo. In testa alla classifica c’è un Napoli da corsa. Il ragazzo ha 21 anni e quindi ampi margini di crescita, tecnica, tattica e di personalità.
Non sempre gli viene naturale il dialogo con i compagni e inserirsi nel copione collettivo. L’istinto gli suggerisce prevalentemente di abbassare gli occhi sul giocattolo e portarlo a spasso. Altro terreno di conquista: i gol pesanti. Un solo gol su 6 a un’avversaria diretta (Lazio), anche se a San Siro quest’anno ha già fatto cronaca strappando il rigore realizzato da Politano. Inter-Napoli sembra l’occasione giusta per crescere ancora.
Fonte: Gazzetta