Almeno una delle tante leggende metropolitane che lo accompagnano sarà sfatata. La Salernitana ha raggiunto l’accordo con Guillermo “Memo” Ochoa per farne il suo nuovo portiere, visto che Sepe soffre di un affaticamento muscolare (e per questo il club aveva già cercato anche Sirigu): dopo Franck Ribery, ritiratosi di recente, un altro mito mondiale all’Arechi. Una delle leggende di cui sopra è che il Messico tenga Ochoa chiuso in una teca, per tirarlo fuori soltanto in occasione dei Mondiali. Il portiere-feticcio ne ha fatti cinque: i primi due – 2006 e 2010 – da riserva, i successivi tre da protagonista, compreso l’ultimo, in cui ha parato un rigore a Lewandowski e si è arreso solo al genio di Messi. Ovviamente il 37enne Memo ha anche una lunga carriera nei club: con l’America, soprattutto, dove ha cominciato e dov’era tornato nel 2019, e pure in Europa, con Ajaccio, Malaga, Granada, Standard Liegi. Non squadre di primo piano, da qui la nascita della leggenda. Eppure una decina di anni fa Ochoa è stato vicino al Psg («Era tutto fatto, prima dell’arrivo dei qatarioti, ma il caso doping fece saltare tutto», ha raccontato il portiere riferendosi a una vicenda di steroidi con la nazionale in Gold Cup, poi risoltasi in assoluzione), al Fulham, anche al Napoli.
Miti e numeri Di certo, pur non giocando mai a livelli Champions – solo 8 presenze in Europa League con lo Standard nel 2018-19 -, soprattutto in Francia si ricordano di prestazione di livello Champions. E da qui è nata l’altra grande leggenda, quella che abbia sei dita per mano, invece che cinque, alimentata da foto “fake” diventate virali. Il meme di Memo. Solo scaramanzia invece il mito del numero 13, il suo preferito, quello che ha portato nei cinque Mondiali con il Messicoe rappresenta il suo giorno di nascita (13 luglio 1985). Chissà se prima di accordarsi con la Salernitana – da svincolato, il contratto con l’America è scaduto – ha dato un’occhiata alla rosa della squadra. Perché c’è un particolare forse non di secondo piano: il numero 13 è libero. Ora ha un nuovo padrone: Memo Ocho.
Fonte: Gazzetta