Inchiesta sulle “carte non depositate”, concentrazione massima sul 2020-21
Anche sul fronte delle indagini sportive la vicenda della «manovra stipendi», anzi delle due operazioni che hanno riguardato le stagioni Covid, il 2019-2020 e il 2020-2021, ha preso il sopravvento su quello che è sempre stato sostenuto l’inizio dell’indagine Prisma» condotta dalla procura della repubblica di Torino, cioè le famose plusvalenze. È sugli stipendi differiti che si concentrano i rischi più grandi relativi all’inchiesta della procura federale avviata dal procuratore federale Giuseppe Chiné lo scorso 29 novembre.
Il tema è sempre lo stesso: quelle famose carte «non depositate» che riguardano l’accordo per il pagamento differito di alcune mensilità dei calciatori. L’attenzione sportiva si concentra soprattutto sulla seconda annata perché è quella su cui i pm fanno riferimento anche alla giustizia sportiva e in particolare agli articoli 93 e 94 delle Noif (le Norme Organizzative Federali) che intervengono proprio sul tema dei contratti fuori dalle norme. I pm parlano di «ulteriori scritture private riguardanti stipendi dei giocatori». Cioè non solo di Cristiano Ronaldo, che peraltro ha chiesto e ottenuto l’accesso agli atti e che rivendica una parte del suo compenso non corrisposta. Si tratta quindi di scritture «non depositate, contrariamente a quanto prescritto dalle norme in materia». In queste carte c’è «l’impegno incondizionato» della Juventus al pagamento degli stipendi rinviati anche in caso di trasferimento del calciatore a un’altra società. Queste scritture non sono state ritrovate né in Lega nè in Federcalcio né presso la sede sociale della Juventus, ma in uno studio legale privato.
Naturalmente l’inchiesta sportiva è ancora nella fase iniziale. L’istruttoria dovrà concludersi alla fine di gennaio, anche se ci potrebbe essere un tempo supplementare che potrà essere concesso dalla procura generale dello sport presso il Coni. Dopo l’istruttoria, la procura federale informerà gli eventuali incolpati, che potranno presentare memorie o chiedere di essere interrogati ,dell’esito dell’indagine. A quel punto ci si troverà al bivio fra archiviazione o rinvio a giudizio sportivo. Con i processi che si svolgerebbero probabilmente nel bel mezzo della primavera. Un percorso che è parallelo (ma che potrebbe incrociarsi) anche con l’indagine avviata dall’Uefa. Molto difficile la riapertura del fronte plusvalenze, resta il pericolo di una multa o di una penalizzazione «di uno o più punti» per la società e della squalifica di un mese per i calciatori. coinvolti. La Gazzetta dello Sport