M. Bellinazzo ( Giornalista Il Sole 24 ore ): “Plusvalenze? Uno strumento abusato in Italia, la Fifa ha proposto una soluzione! Le mie idee per risollevare il calcio”

Convegno in sala Unione Italiana Forense a Napoli tra plusvalenze e giustizia sportiva

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Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore e autore del libro “Le nuove guerre del calcio”, è intervenuto nel corso del convegno “Plusvalenze Football Club”, tenutosi al Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli.

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Ecco quanto ripreso da Il Napoli Online:

“La questione delle plusvalenze permea le cronache sportive e giudiziarie. Uno strumento abusato nel calcio italiano che denuncio da tempo. Giocatori pagati a cifre molte alte creano una zavorra per il bilancio, credo che vadano fatti ragionamenti molto seri e non di tifo come siamo abituati a fare in Italia.

Il problema va visto a mio avviso come un problema da risolvere dal punto di visto tecnico e contabile. Nella singola fattispecie, o trovi documenti e prove che dimostrino il dolo dell’alterazione contabile o si finisce in un nulla di fatto.

Bisogna intervenire su quei meccanismi che hanno portato le società ad abusare di questo strumento, da sempre virtuoso. Avevo proposto l’idea di non considerare gli scambi senza passaggio di denaro, come elementi del conto economico attivo ai fini dell’iscrizione del campionato.

Se non si passa da questo aspetto il problema non si risolve. Come ho scritto anche nel mio libro, la Fifa ha intenzione di introdurre un algoritmo che regoli i trasferimenti finanziari dei giocatori. Una soluzione potrebbe essere quella di adottare il modello americano, dove si rinuncia al sistema della legge dei giocatori come dipendenti e si iniziano a considerare come attori”. 

 

Marco Bellinazzo, il profilo

 

Marco Bellinazzo è giornalista de «Il Sole 24 Ore» e Footblogger. È autore di «Calcio & business», il più autorevole e seguito blog dedicato alleconomia del calcio. È opinionista per Radio 24, SkySport e Raisport. Con Gigi Garanzini ha pubblicato Il Napoli di Maradona (2012).

 

Il nuovo libro, le nuove guerre del calcio

 

Il calcio moderno negli ultimi vent’anni è stato protagonista di uno straordinario sviluppo economico e tecnologico, superando qualunque crisi – dallo scoppio della bolla della New Economy ai postumi del fallimento di Lehman Brothers – e anzi incrementando il proprio giro d’affari e la propria penetrazione nei mercati internazionali. Ma questa cavalcata, all’apparenza inarrestabile, ha generato anche una forte polarizzazione, con l’avvento di vere e proprie corporation sportive, e ha prodotto disuguaglianze e squilibri via via più marcati. La prima grande recessione abbattutasi sul sistema a causa della pandemia ha reso il calcio più vulnerabile, facendone il campo di battaglia di fondi di investimento, broadcaster, imprese di telecomunicazione e giganti del web, pronti a spendere enormi somme per accaparrarsi squadre o asset nevralgici, come i diritti tv, e i relativi dividendi.

Lo sport di vertice, e i club calcistici in particolare, sono diventati ancor più che in passato l’oggetto del desiderio dei governi autocratici, interessati a farne piattaforme mediatiche per legittimarsi a livello geopolitico, alimentando non di rado episodi di sportswashing. Il calcio si è così tramutato in una sorta di faglia democratica messa in pericolo da una deriva oligarchica. Il conflitto è in atto su diversi fronti. E sarà sempre più aspro nel prossimo futuro: tra chi ambisce a edificare un calcio elitario e orientato allo show business e chi, nel solco di ciò che è stato il calcio popolare dei Maradona e dei Paolo Rossi, auspica il ritorno a un modello più sostenibile, con meno sprechi e mega-ingaggi, che riconosca e valorizzi il ruolo dei tifosi.

Chi vincerà in questo scontro? Quale volto avrà il football fra dieci anni? Sarà quello virtuale della PlayStation, quello ovattato degli stadi-teatro o quello delle curve gremite e festanti? Da Maradona al metaverso, un’inchiesta sui protagonisti della deriva autoritaria e oligarchica che minaccia di trasformare per sempre il calcio. Cosa ne sarà da qui al 2030 dello sport più amato e praticato del pianeta? Il pallone scivolerà sempre più nei pixel del mondo digitale o rimbalzerà ancora fra i vicoli delle città e nei campetti di periferia?

 

 

 

 

 

Dall’inviato Simone Di Maro

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