A. Iannone, ex arbitro: “Le dimissioni sono un atto dovuto ad evitare il commissariamento”
A Radio Napoli Centrale, è intervenuto Antonio Iannone, ex arbitro: “Dimissioni Trentalange e questione D’Onofrio? È una vicenda che va oggettivamente approfondita. La giustizia ordinaria lo farà, la giustizia sportiva si occuperà dell’AIA, presidenza e comitato internazionale, ma dare la colpa ad una persona o un gruppo di persone per quanto fatto da D’Onofrio, fatico a comprenderlo. C’è qualcosa che sfugge a noi tutti. Le dimissioni di Trentalange sono un atto propedeutico ad evitare il commissariamento dell’AIA. Visti i suoi panni da presidente e tesserato federale, come tutti i tesserati federali sono sotto la giustizia sportiva. C’è un discorso non solo legato all’AIA, ma anche alle dinamiche federali: c’è questa famosa deroga concessa, l’auto descrizione del proprio curriculum per autocertificazione che non viene controllata per mancato organismo esistente che ne verifichi la veridicità. Faccio fatica a comprendere come, a certi livelli, una persona abbia fatto certe omissioni. C’è qualcosa che a me sfugge in questa vicenda, vedo una complessità di cose che mi lasciano perplesso nella loro interezza. Mi domando: ci saranno delle falle nei vari sistemi sulla comunicazione mancante tra giustizia sportiva, ordinaria e associazione stessa a tal punto da far evincere una mancanza di conoscenza dei fatti? C’è bisogno di chiarezza una volta e per tutte. L’anomalia è che la giustizia federale era stata derogata per l’AIA. Ora si cerca di trovare la persona più rappresentativa, il nome più forte per togliere ogni equivoco, ed è chiaro che siano profili molto alti. Rizzoli l’uomo giusto? Bisogna che si esprima l’AIA con gli arbitri che eleggono democraticamente il loro presidente”