Spalletti ha bisogno di Raspadori come un pesce dell’acqua. La metafora potrà sembrare azzardata ma strada facendo potremo capirne il significato. Sì perché Luciano da Certaldo ama il suo lavoro e lo porta avanti con una passione e una voglia di migliorarsi che fa impressione per un allenatore che va per i 64 anni. Il suo è un calcio fluido, basato su principi precisi che non diventano però posizioni statiche in campo. E ai suoi giocatori chiede di trovare gli spazi non in un punto preciso, sempre uguale, piuttosto in quelli che si creano, secondo i movimenti della difesa avversaria. Un concetto che è alla base delle sedute tattiche del tecnico. I risultati in campo si vedono, ma guai naturalmente ad abbassare la guardia.
Come l’acqua Il Napoli alla ripresa è atteso subito allo scontro diretto di Milano con l’Inter e dunque cercare nuove strade del gol diventa importante. In questa ricerca continua di spazi nella zona nevralgica del campo, Giacomo Raspadori si è mostrato in assoluto il miglior interprete del pensiero spallettiano. Jack ha l’abilità di insinuarsi fra gli avversari come l’acqua scivola nelle crepe della roccia. La roccia è resistente, ma l’acqua trova sempre il modo di penetrarla fino a spaccarla. Ecco cosa è Raspadori nel Napoli. L’acqua. Fonte di purezza del gioco.
Un ruolo sta stretto Un giocatore con questa intelligenza tattica e abilità con entrambi i piedi (tira indifferentemente di destro o sinistro) confinarlo in un solo ruolo sarebbe come costringerlo a mettere una giacca stretta nella quale il bolognese non sarebbe a suo agio. Ecco dunque che il sarto Spalletti continua a costruirgli abiti diversi, per sorprendere sempre chi sta di fronte. Con le sperimentazioni portate avanti nel tiepido ritiro turco, siamo a quattro posizioni diverse per Raspadori in campo. Prima punta, trequartista dietro il centravanti, punta esterna e ora anche mezzala. Ma come abbiamo provato a spiegare nel calcio fluido di Spalletti le posizioni sono un punto di partenza. I movimenti possono cambiare, ma sono più in funzione di come si sposta (velocemente) la palla, più che legata a un sistema numerico, che anche questo diventa riduttivo per gli spallettiani e il loro credo in un calcio rapido, verticale, efficace e soprattutto divertente. Al punto tale che per l’amichevole di sabato 17 al Maradona contro il Villarreal la prevendita procede spedita, calcolando che si tratta di gara non ufficiale. Ma la voglia di riabbracciare due vecchi amici come Pepe Reina e Raul Albiol, e soprattutto la curiosità per rivedere i propri beniamini dare spettacolo e appassionare, è davvero tanta.
L’uomo in più E allora ecco che anche da mezzala, come lo abbiamo visto a tratti nell’amichevole con l’Antalyaspor di mercoledì, Raspadori riesce a interpretare in maniera efficace il ruolo aggiungendo pericolosità alla manovra (agire fra Osimhen e Kvaratskhelia diventa dirompente) senza togliere equilibri alla fase passiva, perché Jack sa mantenere la posizione in mediana, continuando sempre l’aggressione alta della squadra. Insomma Spalletti si sta preparando a un inverno intenso, con tantissime gare, e sapere di avere a disposizione un attaccante così duttile lo stimola nella sperimentazione in questo periodo, così da avere più soluzioni quando si tornerà a fare sul serio. In avvio di partita o in corsa, Giacomo potrà ora diventare un’alternativa valida anche a Zielinski. Cioè capace di inventare triangoli rapidi per andare in porta, convergendo in porta o anche allargandosi verso la linea di fondo per “aprire” le difese e creare spazi ai compagni.
Regista avanzato Già perché Raspadori ha dimostrato di saper costruire gioco, non solo concluderlo. Da centravanti sa essere elemento di raccordo nella trequarti da esterno sa cambiare fascia per costruire sul lato opposto, aggredendo gli spazi. Insomma fa brillare gli occhi ai suoi nuovi tifosi. E soprattutto al suo tecnico Spalletti, che in estate lo ha voluto ad ogni costo. Fonte: Gazzetta