Il calcio cerca nuove risorse che possano migliorare la sua condizione economica messa in ginocchio dalla pandemia. Il ministro dello sport Abodi ha portato all’attenzione di governo non solo il decreto aiuti quater (da approvare entro il 23 gennaio), ma anche la possibilità di cedere i diritti tv anche in Italia con contratti quinquennali per attirare l’attenzione di nuovi broadcaster; tra le sfide del calcio anche il contrasto alla pirateria digitale e infine il “diritto alla scommessa“. Il ministro dello sport vuole superare il divieto di sponsorizzazioni per le aziende di betting per contrastare la ludopatia, costato al calcio, stima della Lega di A, circa 100 milioni a stagione. Il tema delle scommesse è tra i più caldi in quanto il calcio ritiene di avere diritto a una fetta dei guadagni pari all’1%, circa 150-160 milioni, ma la cifra si sta ancora studiando, considerando che in periodo pandemico la possibilità di accedere allo 0,5% aveva permesso all’industria calcistica di guadagnare circa 90 milioni. Difficile capire come si evolverà la situazione, dato che già il primo decreto Salva Sport aveva portato alle proteste dei gestori delle agenzie di scommesse e vari ricorsi ai diversi Tar regionali. L’importante, però, è che tutte le decisioni siano regolate da un connubio tra Stato e calcio: l’obiettivo è quello di aprire delle nuove strade per aumentare i ricavi frenando al tempo stesso corse all’indebitamento e gestioni dissennate che hanno aggredito il sistema ancor prima della crisi Covid.
Fonte: Gasport