Spalletti ha scelto di andare lontano proprio per quel motivo. Placare facili entusiasmi. Lo ripete ogni volta che può, quando parla alla squadra: «Non abbiamo fatto ancora nulla», «tutti ci aspetteranno per fare la partita della vita e batterci», «dobbiamo giocare sempre con la stessa fame». Una serie di frasi che servono ai calciatori a non pensare che questo sia un periodo di villeggiatura. Anzi, questo è il momento in cui si decide lo scudetto. Perché se il Napoli riparte come ha finito, impossibile riuscire a rimontarlo. E in questa fase due i leader che hanno preso in mano la situazione: Di Lorenzo e Mario Rui. Non ci sono questioni tattiche all’ordine del giorno: il 4-3-3 sarà immutabile, a meno che non insorgano delle emergenze di formazione. Un 4-3-3 che piace – da morire – a De Laurentiis. È il suo modulo preferito, quello attorno a cui ha fatto il mercato questa estate, quello che aveva fin da subito immaginato per il Napoli di Sarri (che all’iniziò puntava a Insigne trequartista). L’abiura del 4-2-3-1 di Spalletti è stato vista con grande piacere dal patron azzurro fin dalla prima giornata. I risultati, poi, hanno dimostrato che era la dimensione tattica perfetta. Dunque, impensabile che Spalletti stia lavorando ad altro: il Napoli non cambierà pelle.
Il Mattino