Sono ammirevoli i ragazzi dell’Associazione Paradiso che non smettono di lottare nella speranza di regalare un futuro al centro sportivo dov’è nata la storia del Napoli vincente; è emozionante il costante pellegrinaggio di appassionati e tifosi che vanno davanti al recente murales di Maradona per ricordare il tempo che fu, celebrare il compleanno del pibe de oro, lasciare bigliettini e lumini; è straziante il disinteresse della città «che conta» di fronte al dissolvimento di un luogo dove s’è fatta la storia sportiva (e non) della città.
Il Campo Paradiso da anni non esiste più, è ridotto in macerie, devastato da ladri, vandali e teppisti. Il Campo Paradiso è talmente malridotto e difficile da risistemare e trasformare che non si riesce a trovare nemmeno un compratore, anche abbassando le pretese.
Alla fine della scorsa primavera sembrava che finalmente la questione atavica del centro fosse giunta a una seria svolta. Finalmente strappato alle sabbie mobili del fallimento della vecchia società calcistica, venne ufficialmente preso in carico da due istituti bancari decisi a mettere a frutto quel cespite malridotto e poco invitante. Valore attribuito all’immobile, consegnato nelle drammatiche condizioni in cui è stato ridotto: 3 milioni di euro.
L’affare poteva sembrare invitante, la cubatura della struttura è ampia, va dalla palazzina centrale che ospitava le stanze dei calciatori alla struttura degli uffici fino al ristorante con cucine annesse e all’ampia area della zona spogliatoi, senza contare lo spazio che era destinato al campo d’allenamento.
Però quella struttura è soggetta a un vincolo stringente: è una «attrezzatura di quartiere», e come tale non può vedere variata la destinazione d’uso. Per farla breve, chi volesse comprare, allo stato attuale, il centro Paradiso di Soccavo, potrebbe solo utilizzarlo, una volta rimesso in piedi, come centro sportivo. Un investimento di base pari a tre milioni di euro per l’acquisto, al quale andrebbero aggiunti almeno altri tre milioni (al ribasso) per la ristrutturazione, dovrebbe essere ripagato, in questo momento, dalle attività di un centro sportivo. Nemmeno il più utopistico piano di gestione riuscirebbe a rendere appetibile un affare in questi termini.
In realtà a chiedere informazioni sulla struttura qualcuno s’è presentato. Il tetragono mondo delle banche non ha fatto filtrare nulla, ovviamente, circa l’identità delle società interessate all’acquisto dell’immobile. Non ha mai trovato conferma, anzi è stata in qualche modo anche smentita, la voce secondo la quale una società che gestisce strutture sanitarie avrebbe fatto una consistente offerta con l’intenzione di ristrutturare il «Paradiso» e trasformarlo in una clinica.
In realtà una trattativa vera non c’è mai stata, tutta colpa di qual vincolo che attualmente non permette derogheIn realtà una possibilità di liberare il centro Paradiso dal laccio che lo obbliga ad essere una «attrezzatura di quartiere», ci sarebbe. Bisognerebbe presentare una richiesta ufficiale al Consiglio Comunale che dovrebbe approvare la modifica accollandosi la responsabilità di privare un quartiere come Soccavo di una struttura sportiva che attualmente non esiste più ma che potrebbe rinascere e diventare un punto di riferimento per tutti i giovani dell’area.
La questione, però, per il momento non è sul tavolo del Consiglio Comunale e non è nemmeno in procinto di arrivarci. Insomma, per il centro Paradiso nessuno ha chiesto variazioni di destinazione.,
Attualmente la struttura è protetta. Le banche che ne detengono la proprietà hanno deciso di fermare le continue vandalizzazioni che nel corso degli anni hanno trasformato il centro in un rudere. Alla fine dell’ultimo mese di giugno c’è stata anche una iniziativa popolare per ripulire il prato dove si allenava il Napoli di Maradona e rimuovere il bosco di vegetazione incolta che lo ricopriva: operazione lodevole ma, purtroppo, senza una reale utilità. Quel terreno, senza manutenzione, tornerà presto ad essere una giungla di erbacce, il centro Paradiso continuerà ed essere un rudere crollante.
Anche se gli ammirevoli ragazzi della Associazione Paradiso continuano a sperare e a lottare. Sono decisi a raccogliere fondi, a presentare un’offerta, a prendere il Paradiso e rimetterlo a nuovo per restituirlo a Soccavo. È un’utopia? Forse sì. Ma provarci non costa nulla.
A cura di Paolo Barbuto (Il Mattino)