M. De Giovanni al Cds: «L’ossessione Juve ma qui il campo parla»

Il noto scrittore napoletano, parla degli azzurri ma anche della compagine bianconera

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Sceneggiamo, potendo: perché la presa di Torino e il successivo miracolo, appartengono ormai alla memoria. E mentre Mina Settembre chiude la sua stagione con share da capogiro, Maurizio De Giovanni – senza uscire dai propri panni del tifoso, ovviamente – butta giù un romanzo, un istant book diciamo così, che non è un romanzo ma un atto di fede (e non di paura). La Juventus è tornata e lo scrittore che ha celebrato le vittorie del Napoli dell’86 (1-3) e poi quella del 2009 (2-3), lascia stare i Ferrario, i Giordano, i Volpecina; va oltre gli Hamsik e i Datolo e guarda avanti, in questo campionato senza ancora un copione. «Perché pensi un po’ se vengono gli sceicchi, posano 150 milioni di euro e si prendono Osimhen. Come facciamo a intuire il futuro?».  
Intanto, la Grande Ossessione è ricomparsa, De Giovanni: si chiama Juventus. «La Juve non è l’ossessione di Napoli e dei napoletani ma lo è del calcio italiano in generale: lo è per la Milano interista e quella rossonera; lo è per Firenze e i fiorentini; per Roma e i tifosi giallorossi e laziali».

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Lo è del calcio, insomma. «Il potere costituito è rappresentato da loro, che hanno tifosi ovunque. Dove non esiste un’identità calcistica, chi vuole vincere decide di farlo facilmente: è la teoria di comodo dei perdenti, che per vivere momenti di gloria si aggrappano ai potenti. Non si può negare che la Juventus lo sia».
 
Sta lì, cinque vittorie consecutive. «Ma per me non era sparita neanche prima che mettesse assieme questo filotto. Sa come risorgere, come rigenerarsi, con questa forza che le viene attribuita anche dalla riconoscenza altrui. Ho visto la partita di Verona e ho notato che le sono state concesse cose che gli altri non possono permettersi. Il Napoli a Bergamo ha subito rigore contro per molto meno, nel silenzio più assoluto per il mani di Osimhen. L’Hellas sta ancora imprecando, ne reclama – e a ragione – due».

La Nemica, con la maiuscola, è la Vecchia Signora. «Vince senza incantare e però mette assieme quindici punti uno dietro l’altra. Riuscirà a ripetersi, l’ha fatto anche nel recente passato, sempre con Allegri in panchina. Ma da napoletano che annusa l’umore e che pensa di conoscere anche un po’ la propria gente, il pericolo è un altro….».

Un atto di snobismo, il suo? «No, la consapevolezza che il Milan, attraverso il gioco, possa diventare, nel caso in cui il Napoli duri, l’avversario da tenere presente. Quando Pioli riesce ad ottenere dai suoi quello che vuole, è un bel vedere. Anche se ciò che sta dimostrando Spalletti adesso va ben al di là dell’immaginazione».

Provi a immaginare, lei che le storie le racconta per milioni e milioni di lettori nel mondo. «Qua non c’è narrazione: c’è un campo che parla, questa vince e questa perde. Ma nessuno può sbilanciarsi, non sappiamo cosa succederà con l’Udinese; ne come cambierà il campionato fra due mesi, quando ricomincerà dopo questa sosta. Può darsi che la chimica evapori, che qualcuno venga meno, che altri emergano. Pensi la Juventus, deve recuperare Pogba, Chiesa e Vlahovic, oltre a Di Maria che se continua ad offrire queste prestazioni, ben venga».

E poi dice che Madame non rappresenti un tormento! «Confesso: non ho paura della Juventus. Mica potrà vincerle tutte per 1-0 e in quel modo. Da tifoso mi godo lo spettacolo e aspetto di vedere cosa succede nelle aree di rigore al prossimo intervento di mano che è stato definito tecnicamente da qualcuno come un naso inatteso del pallone inaspettato». 

Fonte: CdS

 

 

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