Kvara è stato pedinato. Hanno studiato le sue mosse, i suoi orari, le sue abitudini
Quando entra in casa, quando va a dormire, le persone che riceve e con cui vive. Poi sono entrati in azione. Hanno dribblato la vigilanza privata, eluso i controlli della guardiania, poi hanno fatto irruzione in casa. Hanno forzato una porta secondaria, che era situata nel retro rispetto al corpo centrale dell’appartamento e sono entrati in azione quando in casa dormivano tutti. E sono andati mirati: hanno lasciato perdere soldi e altri oggetti, poi hanno preso le chiavi dell’auto parcheggiata sotto casa. In pochi minuti, sono entrati nella vettura e sono scappati, alla guida di una Mini Countryman nuova, roba da 35mila euro. Un furto notturno, in casa di Khvicha Kvaratskhelia, l’asso georgiano del Napoli, che ieri mattina ha dovuto prendere atto di essere stato vittima di una banda di ladri. Siamo a Monteruscello, all’interno del parco Cuma, brutto risveglio per l’attaccante azzurro, costretto a prendere atto della scomparsa della propria auto. Un furto che, al di là del danno economico, sorprende per le modalità messe in pratica dai ladri. Non hanno portato via le magliette del Napoli sparse per casa, parliamo di cimeli che in genere fruttano non poco se piazzati al mercato nero; non hanno sottratto telefoni cellulari o soldi, ma sono andati mirati sull’auto che da qualche giorno era parcheggiata sotto l’abitazione di Kvara, sempre all’interno di un parco esclusivo (protetto giorno e notte da telecamere e da una guardiania privata). Quanto basta a spingere il campione georgiano a sporgere denuncia nel commissariato di Pozzuoli, prima di raggiungere il centro tecnico di Castel Volturno per la consueta seduta di allenamento infrasettimanale, in vista del match di Bergamo contro l’Atalanta. Nella tarda serata di ieri, l’auto rubata a Kvara sarebbe è stata trovata in una stradina periferica di Trentola Ducenta. Decisivo – sembra di capire – il segnale del gps, che ha instradato gli uomini del commissariato di Pozzuoli.
LE INDAGINI
Una vicenda che viene seguita dalla polizia, sotto il coordinamento del pool di magistrati che si occupano di reati connessi a manifestazioni sportive, guidato dal procuratore aggiunto Sergio Amato.
Al momento l’unica pista che viene battuta è quella del furto di auto con scasso. Non ci sono ipotesi alternative, dal momento che è stato lo stesso fuoriclasse azzurro a sottolineare di non aver mai subìto alcuna intimidazione da quando è in forza al Napoli. Non ci sarebbero stati messaggi trasversali, né altre retrospettive legate a possibili forme di pressing nei confronti di uno dei giocatori più incisivi – una vera e propria rivelazione – in questa prima parte di campionato.
Resta la gravità del gesto, dal momento che è logico pensare che il calciatore sia stato letteralmente preso di mira. Oltre ad essere guardato a vista per diversi giorni, il tempo necessario per mettere a fuoco il momento propizio per intervenire. Stando a quanto emerso fino a questo momento, l’incursione in casa sarebbe avvenuta intorno alle tre del mattino. Un raid durato solo alcuni minuti.
LE TELECAMERE
A questo punto risulta decisiva l’analisi delle telecamere, per chiudere il cerchio attorno ai malviventi che hanno fatto irruzione nel domicilio del campione, mettendo a segno un colpo che resta tutto da ricostruire. Fatto sta che i ladri sono stati costretti a lasciare l’automobile in una zona dell’agro aversano. Una vicenda che si è chiusa nel giro di poche ore, anche se restano aperti alcuni interrogativi: possibile che i ladri non sapessero che quella vettura fosse munita di satellitare? Possibile che non fossero a conoscenza del contraccolpo mediatico di un furto consumato in casa del campione azzurro? Domande che ora fanno i conti con possibili tracce (e suggestioni) lasciate sul terreno, a pochi giorni dalla ripresa del campionato.
A cura di Leandro Del Gaudio (Il Mattino)