Napoli-Rangers, la grande bellezza: Mario Rui è super, Ostigard bomber. Le pagelle de “Il Mattino”

0

 

Il Napoli ha fatto dodici vittorie consecutive. E 100 gol in Champions. Ma soprattutto fa un altro passo deciso in una dimensione diversa. Padrone ancora una volta di una sfida di Champions come se fosse una delle sue solite gite in campionato, superiore all’avversario dall’inizio alla fine, consapevole di se stesso, mai tremulo, sempre lucido, spietato. Nonostante i sei cambi. Contro gli scozzesi mostra l’acciaio forgiato. Mai vittoria fu più logica e meritata, con un secondo tempo al risparmio. A un certo punto neppure si riescono a contare i passaggi consecutivi del Napoli, una specie di tiki taka in verticale, ovvero sempre alla ricerca di uno spunto e non del possesso e basta. Sei cambi rispetto alla Roma ma il dna del Napoli resta intatto. Qui siamo davanti a qualcosa che cresce partita dopo partita in maniera incessante.

 

6,5 Meret 

Factory della Comunicazione

Perché c’era pure lui? Certo, allo scadere del primo tempo quando si distende su Morelos lanciato in porta ci si accorge della presenza del portiere tra i pali. Un’altra serata in cui volendo poteva anche portarsi qualche libro da casa in vista dei prossimi esami all’Università. Morelos lo grazia sotto porta.

7 Di Lorenzo 

Prende calci all’inizio neppure fosse un attaccante, perché sta sempre in mezzo al gioco, altro che terzino: se ne va anche in dribbling con Yilmaz e Kent che neppure per un attimo si illudono di poterlo contrastare: non si risparmia mai in questa nuova dimensione di creatore del gioco e di occasioni.  

7 Ostigard 

Testa lucida in tutti i sensi, sa dove andare a mettersi. E infatti fa pure gol su angolo nel finale (ed è il 100esimo in Champions). Si piazza a destra e Morelos è l’unico che di tanto in tanto si fa vedere. Metterlo sulle spine non è cosa semplice. Perfetto su Kent che si accentra, tempestivo nelle chiusure. Prende un colpo duro ma non si disattiva.

7 Kim Min-Jae 

È come fosse una torre di guardia: svetta, controlla, respinge Ritorna sul luogo del delitto, ovvero nella posizione difensiva dove qui si è consacrato. Ed è in certi momenti straripante per precisione, potenza nel piazzamento e nell’anticipo. Nella ripresa gestisce con sapienza ogni potenziale rischio. 

7,5 Mario Rui 

Lo strappalloni: anticipa e rincorre ogni volta che può e anche quando non può. E poi è delizioso con quei traversoni morbidi che sembrano fatti apposta per gli amici del cuore. E uno di questi è il Cholito, Wright non può fare molto quando il portoghese è in queste notti di grazia.

6,5 Ndombele 

Non è proprio l’avversario più comodo per uno con il suo passo perché Tillman è svelto di testa ma anche di gamba. Lundsram lo trattiene malamente più volte Eppure poiché sta crescendo fisicamente, l’impatto sulla gara è sostanzioso. Ha pure una bella botta, e prende la traversa. Gioca anche tutti e novanta i minuti.

6,5 Lobotka 

Sands prova a ingabbiarlo sul primo passaggio ma figurarsi se uno scatenato come lui di questi tempi se ne accorge. Taglia campo e avversari come un rasoio, senza una ruvida platealità Formidabile centrale, impeccabile in difesa e millimetrico nel lancio lungo. Grave errore, quasi un inedito, che rischia di far fare gol ai Rangers. 

6 Elmas 

Lundsram un po’ di ansie gliele crea, lui da quel lato sembra un po’ un pesce fuor d’acqua ma come sempre si arrangia. Fa questo da sempre. Poi prende coraggio, si rende conto che davanti a sé ha una squadra tremante. Pochi colpi di vento nel suo gioco aperto, ma tosto quando c’è da fare a sportellate. Essenziale, ecco. 

6,5 Politano 

Yilmas lo segue con qualche affanno e spesso è costretto a dare sostegno alla fase difensiva: ci riesce di polmoni e cuore, al solito, anche se così è costretto a limitare il contributo creativo. In leggero calo poi nella ripresa quando la gara del Napoli è assai più di contenimento e lui capisce che non ha senso sprecare energie. 

8 Simeone 

Il suo gioco è come una valigia piena di tante cose. La apri e ci trovi quello che serve. Riserva a chi? La pepita d’oro dell’immenso giacimento azzurro fa due gol in 5 minuti. Ehi, Argentina: mica lascerai a casa un genietto come lui? King e Davies vanno ad alternanza su di lui, ma alla prima palla che gli arriva sul piedino dorato infila la porta. 

6,5 Raspadori 

Impossibile scoprirlo al risparmio, neppure stavolta si nega una sera di fatica mostruosa nonostante si piazza in un posto che non ricopriva dai tempi del Sassuolo. Forse è meno brillante del solito, soprattutto in copertura anche perché Tavernier gli dà la sensazione che sia tutto semplice.

6 Gaetano 

Di nuovo in campo, il bis dell’Olimpico. Magari ci vuole meno coraggio a farlo giocare con gli scozzesi visto davvero l’imbarazzante superiorità: si piazza al posto di Elmas, fa da baricentro anche se con l’occhio va molto più spesso in avanti. Poi quando esce Lobotka si piazza proprio in mezzo al campo. 

6 Lozano 

Entra ed è subito scatenato, davvero sembra Speedy Gonzales, perché quando parte ha una corsa velocissima, con quelle gambe che girano come dei mulinelli. Vorrebbe fare gol ma non ne fa drammi: si lascia anche in qualche corsa all’indietro e lo fa senza particolare sacrificio. 

sv Zielinski 

Si piazza alle spalle di Simeone con la difesa dei Rangers che traballa ogni volta che prende palla e inizia a spingere con la sua corsa da killer. C’è poco spazio (e anche voglia) di spingere più di tanto anche perché la missione è ormai compiuta quando il polacco fa il suo ingresso in campo.

sv Zerbin 

Al posto di Raspadori quando ormai la partita non è altro che qualcosa che somiglia a una scampagnata: un paio di aperture di esterno, anche a complicarsi la vita. Gli piace quel posto che Spalletti gli riserva a sinistra dello schieramento offensivo: dà un grande supporto anche al centrocampo. 

sv Zanoli 

Lucianone concede la standing ovation al giovane terzino che non gioca mai e che non il capitano in questo stato di forma non giocherà mai. Fa le cose che deve fare ma in ogni caso occasioni per mettersi in mostra non le ha, anche perché pure sul 3-0 il pallone ce l’hanno quasi sempre i suoi compagni di squadra. 

 

Fonte: Il Mattino

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.