LA STRATEGIA
Non ha sbagliato una mossa, De Laurentiis. Ha iniziato con la scelta di Lorenzo Casini alla guida della Lega Calcio. Era lui (con Lotito) e nessun altro a spingere per la causa del capo di gabinetto del ministero della Cultura (il rivale era Abodi, ora ministro dello sport). E alla fine, uno alla volta, ha convinto i presidenti della serie A. Era da solo, due estati fa, a dire di no all’ingresso dei fondi nel calcio italiano, per non cedere governance a società esterne. Ha alzato un muro e alla fine i fondi hanno fatto retromarcia. Almeno per il momento.
C’è lui dietro l’interessamento di Apple Tv alla serie A, dopo l’incontro con Tim Cook e quelli del suo entourage: magari non se ne farà nulla, ma non è un caso che il colosso Usa stia guardando all’Italia per entrare nella partita dei diritti tv della Serie A in vista del triennio 2024-2027.
Non vince solo sul campo con questo Napoli che ha creato pezzo dopo pezzo, dopo averlo smantellato pezzo dopo pezzo, esattamente come lo ha costruito. E allora eccolo che stringe la mano a Gabriele Gravina, dopo che per mesi lo scontro con i vertici della Figc è stato acido, cruento. Poi la Federcalcio ha capito: meglio concedere a De Laurentiis più tempo per risolvere la questione della multiproprietà. E la pace è stata suggellata a Castel di Sangro, quando Gravina è stato ospite del patron azzurro nel ritiro del Napoli e poi allo stadio abruzzese per assistere a un’amichevole.
NUOVO CORSO
Aveva detto che si sarebbe spostato a Castel Volturno per far sentire di più la sua presenza. Ma ha capito che non c’è bisogno: c’è Edoardo, il figlio, a ricoprire il ruolo di suo referente nel quartier generale sul litorale domizio. C’è Giuntoli, il suo autorevole braccio armato sul mercato, che non è semplicemente un direttore sportivo. E allora non c’è bisogno di mettere in pratica quello che pensava di dover fare alla fine dell’ultimo campionato, ovvero spostarsi per più tempo nel quartier generale azzurro. Non va più in ritiro la sera prima, se vuole parlare con Spalletti lo chiama e basta. Un estate vissuta solo al lavoro, per trovare la quadratura a questo anno zero, alla prima stagione del post-
Covid. Non ha perso tempo: non si è concesso deroghe a chi era in scadenza. Quando ha ricevuto la mail degli avvocati di Mertens (la richiesta da 8 milioni di euro) ha capito che non c’erano margini. E ha voltato pagina senza sussulti del cuore. Per ogni pezzo che veniva meno, ha pensato a un sostituto. In linea con il Napoli. Ora sul carro che in estate era praticamente vuoto, salgono un po’ tutti. Lui se la gode, in silenzio. Distante da tutti. Tranne ai pochi amici che lo seguono all’Olimpico e nella gare al Maradona.
Fonte: ilmattino