A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Roma-Napoli
Approfondimento su Roma-Napoli
Roma e Napoli torneranno in campo, rispettivamente in Europa League e in Champions League, in questa settimana.
La Roma di Josè Mourinho per provare ad accorciare sulla testa della classifica, il Napoli di Luciano Spalletti per cercare la prima minifuga di stagione. Questi erano gli obiettivi alla vigilia del “derby del sole” da parte delle due squadre nel posticipo della 10° giornata del campionato di serie A. A decidere il match è stato Osimhen con un gol fantastico e imparabile a pochi minuti dal termine che ha gelato il sangue ai sessantamila spettatori dell’Olimpico (e qualche milione di tifoso sparso tra Milano, Roma e Torino).
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- I (sub) alterni: un gruppo che funziona lo si vede da tanti aspetti, ma oggi vorrei soffermarmi sul terzino sinistro. Vedere Mario Rui (il Professore) e Mathias Olivera (l’Allievo) alternarsi dopo anni in cui sulla corsia di sinistra c’era un solo titolare mentre il sostituto marcava regolarmente visita per malattia. Ieri è toccato all’uruguaiano partire dal primo minuto e il numero 17, dopo un paio di errori iniziali in fase di appoggio, ha chiuso in crescendo risultando alla fine uno dei migliori in campo.
- Il “Protestante“: nulla da togliere alla carriera, ma Josè Mourinho è davvero impresentabile nei suoi atteggiamenti durante i novanta minuti e peggio ancora è riuscito a fare nelle sue dichiarazioni post partita. Un atteggiamento davvero deprecabile quello del portoghese, sempre molto più bravo a provocare e a lamentarsi che non a creare una sola vera occasione da gol in tutta la partita. Già perchè la Roma chiude la sua partita con zero tiri in porta e una sensazione di pericolosità pari a una “neopromossa” alla prima in Serie A. A quasi sessanta anni sarebbe il caso di capire che forse dare il buon esempio ed essere educati dovrebbe essere un lascito per i più giovani. A proposito: “come si chiama quell’allenatore che ieri ha trovato mille scuse per giustificare gli zero tiri in porta?
- Il calcio vs. calci: novantacinque minuti in cui una squadra (il Napoli) senza brillare troppo ha cercato di fare la partita, e un’altra (la Roma) ha creato una densità difensiva dimenticandosi che si dovrebbe sempre giocare per vincere. La logica conseguenza è che i partenopei, a furia di macinare gioco anche in maniera non ordinata, hanno trovato la zampata vincente che vale i tre punti e il primato in classifica in solitaria. Sono sette i punti di vantaggio sui giallorossi, ma la sensazione è che a fine stagione le misure si dilateranno perchè la Roma ha spesso vinto in passato affidandosi al talento dei singoli (ma non ditelo al portoghese) senza entusiasmare e prima o poi il conto ti viene servito…
- L’uomo chiave: ritorno su quanto detto una settimana fa (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA), questa squadra ha tanti calciatori importanti e una rosa profondissima in quasi tutti i ruoli. Ma c’è un calciatore di cui a inizio stagione ci siamo dimenticati per più di un mese ed è Victor Osimhen. Le vittorie senza di lui ci hanno illuso che quasi quasi anche in caso di cessione avessimo già tutte le risposte e alternative in casa, ma non è così. Il nigeriano ha qualcosa in più rispetto a tutti in questa serie A e anche ieri, dopo essersi divorato un gol clamoroso, ne ha realizzato uno di una bellezza rara. C’è tutto in quella rete, dallo scatto alla difesa del pallone, oltre a una conclusione da far stropicciare gli occhi a tutti gli amanti del calcio. Chissà se quelli che distruggevano due anni fa Osimhen gli abbiano mai chiesto scusa…
- Il coraggio: chi è solito leggermi con continuità sa che le scelte tattiche e di formazione devono essere affidate solo a Spalletti (che tra l’altro lo fa benissimo ed è pagato per questo). Chi fa analisi invece ha il compito di esprimere un giudizio su quello che vede e ieri personalmente ho notato due scelte, una coraggiosa e una un pochino meno. L’inserimento di Gaetano nella fase finale del match evidenzia che Lucio si fida dello scugnizzo classe 2000, il quale non ha affatto demeritato e ha consentito di tenere alto il livello di palleggio della squadra. Fa invece un pizzico rumore l’assenza di Raspadori, non tanto per una partita vista interamente dalla panchina ma perchè, a mio avviso, Jack non può essere solo l’alternativa ad Osimhen. E’ evidente che la squadra oggi ha trovato il suo equilibrio con questo modulo, ma la lunghissima pausa invernale dovrà servire al tecnico per rendere compatibili i due ragazzi nella seconda parte di stagione.
Articolo a cura di Marco Lepore