Meno spese, più show. Ecco l’ideona di De Laurentiis

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Aurelio e Dan sono legati da stima reciproca oltre che dal calcio, dal cinema e dal sole della California, e se vogliamo il filo sottile che li unisce può anche essere spiegato così: mister Dan sta lavorando per riportare la Roma sul colle dei virtuosi dei bilanci proprio come ha fatto il signor Aurelio con il Napoli.

 

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Il Napoli di De Laurentiis: un modello, un simbolo, un’ispirazione per chi alle spalle non ha multinazionali, petrodollari o il vento dell’Est a gonfiare le vele. Il club azzurro è una questione di famiglia, tecnicamente un’azienda snella fondata su idee chiarissime e sulle intuizioni brillanti dei suoi uomini chiave: su tutti Spalletti, un po’ pilota di Formula 1 e un po’ direttore artistico dello spettacolo del campo; e il ds Giuntoli, la mente e il braccio del mercato e il cacciatore di talenti che insieme con il suo staff ha scovato Kvaratskhelia, Lobotka, Anguissa, Kim e gli altri giocatori che oggi sono conosciuti come quelli della rivoluzione di giugno.
Un piano studiato con cura da mesi ma anche uno tsunami economico e tecnico che in un colpo solo ha prodotto: una squadra più giovane e finora vincente, imbattuta e prima sia in campionato sia nel gruppo di Champions League, nonché l’abbattimento del monte-ingaggi. Un capolavoro. Arricchito peraltro dalla qualificazione agli ottavi di Champions con due giornate d’anticipo. Roba da magic touch. Fonte: CdS

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