Non è stata la partita più bella della stagione, ma è di certo una delle vittorie più belle e importanti. Perché sofferta: Spalletti lo sa bene e, appena l’arbitro fischia, si catapulta in campo ad abbracciare i suoi calciatori. È qui la gioia, è al Maradona la festa: il signor Luciano con la squadra e tutti con la gente. «È bello essere l’allenatore di questi ragazzi in questo momento». Imbattuti, primo in campionato, a punteggio pieno nel girone di Champions con gli ottavi già conquistati. «Ci sono buone sensazioni perché vedo tutti partecipi e giochiamo un gran calcio».
TUTTI INSIEME. E allora, il Napoli corre. Corre forte, veloce come Osi e Kvara, e vince ancora: dieci consecutive, coppa compresa. Sei limitandoci al campionato:
«Noi vogliamo migliorare sempre, soprattutto nello sviluppo delle azioni: vedo coinvolgimento e anche interesse in allenamento».
Ed ecco perché le sensazioni di Spalletti sono buone. «Partite come questa con il Bologna sono importantissime da portare a casa, perché c’è il rischio che la squadra si abbassi: e invece i ragazzi hanno dimostrato una grandissima mentalità, creando un numero di occasioni da gol anche superiori ad altre volte. Era fondamentale invertire l’inerzia che avrebbe potuto prendere la gara».
E ancora: «Stiamo imparando a valutare le nostre capacità. E appena lo dimentichiamo un attimo ci sono i nostri tifosi a ricordarcelo: loro sanno qual è il calcio che può portare il risultato. Era una partita difficilissima, come quella con lo Spezia, e proprio per questo è stata una grandissima vittoria. Conquistata da squadra tosta con tantissimi tiri. Bella roba… Quello che trasmette più forza è la continuità di atteggiamento. Con convinzione e mentalità c’è una finestra aperta sul futuro». Partecipazione totale. «È così: i titolari del secondo tempo hanno fatto la differenza». Lozano e Osimhen su tutti. «Si fanno delle scelte in funzione dell’andamento della gara: quello che si fa quest’anno si poteva fare anche l’anno scorso, ma forse essendoci calciatori con un passato più importante diventa più difficile, mentre con dei ragazzi così giovani si riesce». Finale dedicato a Meret: «Ci sono voluti due mesi di partite intensissime per vedere una leggerezza, un erroretto di Meret. Questo significa che abbiamo un grandissimo portiere».
Fonte: CdS