La statua dedicata a Diego Armando Maradona da memoriale si è trasformata nell’opera della discordia. La scultura dell’artista Domenico Sepe è diventata un giallo. Il progetto di istallare in maniera permanente l’opera in bronzo, di oltre 4 metri, all’esterno del settore Distinti è naufragata nel peggiore dei modi. La statua, di proprietà del Comune, è tornata nel deposito di Sepe ad Afragola, dove giace da undici mesi. «Siamo in attesa dei permessi del Genio civile. Speravamo che i tempi fossero più veloci. Purtroppo senza quell’autorizzazione non possiamo riportare l’opera laddove era destinata», dicono dal Comune. La causa della mancata esposizione, oggi, è diversa: «C’è un’inchiesta della magistratura in corso». Gli uomini della Digos hanno acquisito le carte legate alla composizione della commissione nata per valutare le singole proposte. L’idea della vecchia amministrazione era mettere a disposizione un codice iban per consentire a tutti i tifosi, o a chi fosse interessato, di partecipare alla raccolta fondi per finanziare il progetto. Secondo la Procura sulla statua di Maradona sarebbero avvenuti presunti condizionamenti della procedura amministrativa diretta a stabilire il contenuto del bando del Comune e la gara di aggiudicazione. Un’opera che poi Sepe ha realizzato e donato al Comune. Tanto da essere inaugurata in pompa magna. Inoltre, l’artista, Sepe, spiega che: «È tutto legato alla questione dell’istallazione sull’aiuola. Abbiamo aspettato il Genio civile, adesso ha completato tutto l’iter. I documenti devono passare al Comune e poi verrà rilasciata l’autorizzazione per procedere. Una cosa che probabilmente ci farà slittare fino al 25 novembre, se Dio vuole»
Il Mattino
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