Giacomo Raspadori: “Osi e Simeone? Una sana competizione alza il livello”

L'ex Sassuolo anche stasera parte favorito per il ruolo di punta

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È la somma che fa il totale, avrebbe detto Totò, e aggiungendo Osimhen a Raspadori e a Simeone, volendo anche a Kvara e a Lozano e a Politano, è il Napoli che sa di altro, che sembra una corazzata teoricamente invulnerabile, certo temibile.

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«E noi siamo contenti che Victor sia con noi»

È la somma che aiuta a fare la differenza: ventidue gol in campionato, tredici in Champions, nonostante per un mese – dal sette settembre in poi – a questa squadra che comanda ovunque, in Italia e anche in Europa, abbiano sottratto il centravanti di spessore, Sua Maestà 100 milioni di euro, quello che appena ad agosto piace al Manchester United e che adesso deve mettersi un attimo in fila ed aspettare che, fisicamente, possa venire il suo turno. «La competizione sana alza il livello».

Quando Jack Raspadori sente citare Osimhen, gli occhi si illuminano e l’intelligenza articola carinerie che fanno del Napoli un’allegra famiglia da Mulino Bianco: è tutto così limpidamente bello, in questo macrocosmo, che non può esserci neanche un pallido neo a turbare l’atmosfera (quasi) magica di chi se la sta spassando, ma sul serio. «E noi intendiamo dare continuità ai risultati». Traducendo, banalmente, avvertite l’Ajax che non è finita con quel 6-1, il primo set di una partita ancora aperta ma possibilmente da chiudere in fretta, nei prossimi 90′, utili per mettersi in volo verso gli ottavi e poi andarsi a giocare il primo posto ad Anfield.

 

SUPERBOMBER

Torna Osimhen ed è una notizia, almeno quanto il digiuno di Raspadori a Cremona, il bomber che in venticinque giorni ne ha fatti cinque – belli e anche impossibili – e che per farsi mancare nulla ha segnato al Meazza, alla Cruijff Arena e anche alla Puskas Arena, oltre che al Maradona: è l’uomo dei templi, piaccia o no, e stasera si ricomincia, con lui in vantaggio su Simeone, con quella espressione gioviale e anche fanciullesca che fa tenerezza: «Io devo tanto a Spalletti, la fiducia dell’allenatore è un aspetto molto importante. Mi sono sentito all’altezza sin da subito. Questo è stato fondamentale. Poi ho avuto la libertà di potermi esprimere in campo anche per favorire i compagni».

E quindi, centravanti, sotto punta, esterno, goleador, vice-Osimhen ora semplicemente Jack Raspadori, un talento che brilla di suo, che ha bisogno di conferme e che non ha alcuna intenzione di affrontare l’Ajax ripensando al 6-1 della settimana scorsa:

«Quella è un’altra partita. È andata. L’abbiamo vinta».

Il Napoli delle buone maniere c’è in campo ma anche in fuori, in ciò che dice e in come lo dice Raspadori, che ha proprietà di linguaggio pari a quelle di palleggio, che con la sintassi ha la stessa confidenza che con il ruolo di attaccante: «Stiamo facendo benissimo e, per quanto mi riguarda, i gol sono semplicemente l’espressione del lavoro di squadra. Solo così può esaltarsi un singolo». E però poi c’è dell’altro, perché intanto qualcosa è cambiato nella sua vita e in quella del Napoli, almeno da tre giorni: la sorpresa della Champions League, questa squadra internazionale che rapisce con la sua bellezza, ha deciso di andare oltre, di dominare da solo anche il campionato. È un’altra dimensione, che però non fa perdere la testa: «Il nostro percorso sta andando alla grande. Dobbiamo alimentare ogni giorno la mentalità che si sta costruendo. Non bisogna abbassare la concentrazione nei momenti di maggiore euforia, questo è il nostro principale obiettivo. Scenderemo in campo sempre con forza e coraggio, soprattutto in Champions League. Il calcio europeo è molto propositivo e vogliamo migliorarci». Segna come parla, questo è il segreto.

Fonte: CdS

 

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