Krol al CdS: “Azzurri più forti dell’Ajax. Un ruolo per Napoli? Magari ambasciatore”
L'ex libero del Napoli degli anni '80 ai microfoni del CdS
Risponde al quinto squillo dalla Costa del Sol, in un italiano ancora attento. «Vivo qui, vicino a Marbella, ma mi sposto spesso. Durante l’emergenza Covid ho abitato a Cuba, per esempio». Hai capito. Ruud Krol ha scoperto a Napoli il calore, il mare, il sole e non li ha voluti lasciare più. Del resto se l’era scelti. Quattro anni da vecchio idolo, in un altro calcio e in un’altra serie A, in cui si apriva agli stranieri perché si puntava ai migliori. Krol era il difensore totale dell’Olanda totale, quella di Johan Cruijff, quella delle due finali mondiali, quella dei ritiri aperti alla bella vita. Arrivò a Capodichino dal Canada, dove si era sistemato dopo tanti anni da capitano dell’Ajax, trasmettendo al Napoli per la prima volta la sensazione che le gerarchie del calcio potessero cambiare. Nel film cult “No grazie, il caffè mi rende nervoso” il protagonista, un giovanissimo Lello Arena, indossa la sua maglia numero 5 nella scena finale. In quelle quattro stagioni, tra il 1980 e il 1984, Krol non vinse ma indicò il percorso che poi avrebbe convinto Corrado Ferlaino a comprare Maradona. Nessuno meglio di lui può spiegarci Ajax-Napoli, la sua partita.
Ruud, cosa ha pensato quando hanno estratto le palline al sorteggio? «E’ una cosa strana per me, che ho giocato con entrambe le squadre. Era capitato solo nel 1969 (in Coppa delle Fiere, ndi) che Ajax e Napoli si affrontassero in Europa. Io ero in campo con l’Ajax all’epoca. Ora spero sia una bella partita e sono sicuro sarà così: sono due squadre che sanno giocare a calcio».
Chi è il favorito, considerando che si gioca in Olanda? «In questo momento il Napoli è migliore. L’Ajax ha azzerato la squadra dello scorso anno, ha cambiato tantissimo e si sta rigenerando. E’ vero che anche il Napoli ha dovuto sostituire dei giocatori importanti, ma Spalletti ha già trovato la giusta quadratura. Peccato che manchi Osimhen. Ma con Simeone e quel piccolino, come si chiama?, Raspadori, ci sono tante soluzioni offensive».
E poi Kvara. «Non lo avevo mai sentito nominare prima che lo comprasse il Napoli. E’ fortissimo e può ancora migliorare. Ma a me ha impressionato anche Kim: arrivava dal campionato turco e si è ambientato in fretta, dimostrandosi un ottimo sostituto di Koulibaly».
Si aspettava il Napoli in testa alla classifica? «Sinceramente no. E’ stato bravo Spalletti. Non lo conosco di persona ma ne apprezzo la capacità di dare alle sue squadre sempre un’identità precisa».
Cosa deve temere dell’Ajax il Napoli? «Il collettivo. Ci sono anche giocatori bravi, per carità. Bergwijn è un nazionale olandese, Kudus è un centravanti di livello che è stato penalizzato dagli infortuni, Tadic è sempre un talento pericoloso. Ma la forza dell’Ajax è sempre l’organizzazione. Il punto debole invece è l’inesperienza, in difesa soprattutto: l’età media è bassissima. In Champions League certi valori contano».
Eppure nel girone l’Ajax ha segnato 4 gol ai Rangers e ha sfiorato l’impresa a Liverpool. «Sì, è sempre un peccato perdere al minuto 89, ma dobbiamo essere onesti: nel primo tempo il Liverpool meritava di segnare due o tre gol. Ho visto l’Ajax anche sabato in campionato, ha giocato malissimo. Forse aveva già la testa al Napoli».
Per chi tiferà Ruud Krol? «Non è giusto scegliere e neppure possibile: Ajax e Napoli sono due pezzi di uno stesso cuore. Vorrei che si qualificassero entrambe agli ottavi, anche se è molto complicato. Una vittoria per una va bene?»
Cosa le è rimasto della sua avventura al Napoli? «Il calore incredibile della gente, una città intera che sostiene la squadra. Ancora oggi, quando torno, mi trasmettono un grande affetto. Per me è stata un’esperienza meravigliosa. Mi mancano tante cose di Napoli, soprattutto la mozzarella».
In campo le è mancato solo lo scudetto. «Quello era un bellissimo gruppo ma non era un grande Napoli. Non avevamo Maradona e nemmeno Careca. Mi dispiace non aver vinto, in compenso ricordo con soddisfazione il campionato del terzo posto».
Il Napoli di oggi può vincere? «Dipende da molte cose. Condizione, infortuni, squalifiche. E poi è presto, sono passate otto giornate. Ma credo che abbia le qualità per lottare fino in fondo».
Lei, Krol, sarà alla Cruyff Arena per la partita? «Ora sono in Spagna. Ma forse un saltino…».
Ha allenato in tanti posti curiosi, soprattutto in Nord Africa. Tornerà in panchina a 73 anni?
«Lo spero, a me piacerebbe. Ho rifiutato qualche offerta, anche per paura del Covid. Ma se mi propongono un progetto interessante, vado».
Il Napoli le ha mai offerto un ruolo? «Mai. Però sarebbe bello tornare. Non certo come allenatore, perché Spalletti è bravissimo. Magari come ambasciatore. Il legame con quella maglia non si è mai spezzato».
Fonte: CdS