“Jack” Raspadori, il ragazzo della porta accanto che ha stregato De Laurentiis

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Non se lo è lasciato scappare, ed ha avuto ragione il presidente De Laurentiis, perchè Giacomo Raspadori, anche se sono ventunenne, sta dimostrando sia in nazionale che al Napoli, che i soldi spesi li vale tutti. Simeone, suo rivale per una maglia nel Napoli, nell’intervista di ieri al Mattino ha confidato che gli indivia il genio e il talento: il suo tiraggiro dell’altra sera all’Inghilterra ha incantato tutti. È stata una carezza da numero 10. Ha solo 22 anni e cammina quasi sempre con un libro sotto al braccio: studia e deve laurearsi in scienze motorie all’Università San Raffaele di Roma (anche Alex Meret è iscritto alla stessa facoltà). Dunque, passa da un esame all’altro: da quelli all’Università a quelli su un campo di calcio. De Laurentiis ne è rimasto talmente stregato che ha inseguito per un mese e mezzo i capricci del Sassuolo che di mollarlo non ne aveva molta intenzione. Lui, Raspa, è meraviglioso: quando pensa e gioca a pallone. Tutto resta lì, nella pulizia della tecnica. Jack è una specie di eloquio alla pacatezza, almeno a Castel Volturno fanno fatica a trovare in questo suo primo mese in azzurro qualcosa fuori luogo. E poi segna gol decisivi come pochi altri a quell’età, come se fosse normale. La girata allo Spezia, all’89’, la rete ai Rangers Glasgow dopo sette minuti in cui aveva preso il posto di Simeone e quello all’Inghilterra che ha rotto un momento nero dell’Italia. Quello del buono non è un travestimento, non dà mai l’impressione di voler incendiare il mondo. Tutti lo vogliono sempre così, sia Mancini che Spalletti: non ha alcuna bestia dentro che ringhia. È l’esempio del perfetto bravo ragazzo che non fa il bullo e non si comporta mai da screanzato. Il Mattino

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