Il sangue e la genetica devono per forza essere arrivati in soccorso dell’argentino, gol simile al padre

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Nel nome del padre. E chi se non il Cholito, figlio del Cholo, dunque con un bel po’ di sangue interista che scorre nelle vene, poteva decidere la gara di San Siro contro il Milan? Il sangue e la genetica devono per forza essere arrivati in soccorso dell’argentino quando dopo appena 11 minuti in campo, va incontro alla palla dopo averla difesa a lungo al limite dell’area e poi smistata per Mario Rui (ma che cross) e poi di testa metterla in rete. Proprio come avrebbe fatto il papà Diego, che a Madrid invece, negli stessi attimi perdeva il derby con il Real Madrid. Giovanni Pablo Simeone ha un eterno sorrisetto sul volto. E che non può non accompagnarlo in questa notte da urlo. «Il mio gol? Mario Rui ha trovato quel movimento, c’è tanta qualità in questo Napoli e quando pensi che si possa fare una cosa qui, alla fine si può fare sempre. Lui lo ha capito, gli era chiaro tutto. Sono molto contento e dedico il gol al padre di mia moglie che non sta tanto bene ed è giusto che il mio pensiero vada a lui». Giovanni Simeone sta vivendo una piccola favola: il primo gol in Champions otto giorni fa, il rigore conquistato a Glasgow e adesso la prima rete del campionato. Peccato solo per l’Argentina, che non lo ha convocato. Il Mondiale è lontano, ma lui pare non pensare. È l’uomo del match. «Il mio incoraggiamento a Politano dalla panchina? Mi viene spontaneo, vivo così il calcio, siamo così in famiglia, sono cose che mi ha insegnato mio padre. Bisogna dare tutto in ogni partita, bisogna lasciare ogni cosa in campo, come abbiamo fatto con il Milan. Non siamo solo qualità: queste partite ti danno la carica e ti viene da pensare che questa squadra non ha solo buoni calciatori. È una vittoria fatta di sforzo, cuore, sacrificio e ha voglia di vincere».

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  Fonte: Il Mattino
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