Un punto in tre gare, l’Avellino di Taurino è già un caso

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Con la brutta sconfitta di Monopoli, si apre ufficialmente la crisi in casa Avellino. Il repulisti di quest’estate, con un grande via-vai di acquisti e cessioni e l’arrivo di Roberto Taurino sulla panchina, non ha fin qui prodotto l’effetto sperato dalla società dei D’Agostino. Anzi, tutt’altro.

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Dopo le prime tre giornate di campionato l’Avellino ha ottenuto un solo punto, in casa e contro la neopromossa Gelbison. I biancoverdi hanno mostrato praticamente nulla sotto l’aspetto caratteriale e soprattutto di quel gioco tanto caro all’ex allenatore della Virtus Francavilla. Se l’esordio a Pescara aveva lasciato sprazzi di speranza nonostante la sconfitta di misura (0-1), le successive due gare contro Gelbison (0-0) e Monopoli (1-2) hanno aperto un vero e proprio varco fra le incertezze che in parte si erano già palesate durante il precampionato.

Certo, la rosa è stata praticamente rifondata (con i soli Pane, Pizzella, Rizzo, Matera, Micovschi, Kanoute, Murano e Di Gaudio confermati) e l’amalgama non si ottiene dall’oggi al domani ma i problemi sono evidenti. La squadra in queste prime tre uscite è sembrata scarna di giocate, a parte l’ormai trita e ritrita “moderna” costruzione dal basso peraltro fine a se stessa. Una manovra macchinosa e sterile, farraginosa anche nelle idee, tale da far preoccupare tutto l’ambiente irpino.

Sia ben chiaro, nessuno ai nastri di partenza ha messo l’Avellino come super-favorita del Girone C, ma nemmeno il pessimista più acuto si aspettava un inizio così negativo. La rosa costruita dal ds De Vito e messa a disposizione del tecnico salentino è comunque di buonissimo livello, un mix di giovani ed esperti che conoscono bene la categoria e gli ambienti caldi blasonati, e non vale assolutamente il rendimento attuale. Sono già otto i punti di distacco dal duo di testa Crotone-Catanzaro, sei dal terzo posto occupato dalla Turris.

Inevitabile mettere sulla graticola mister Taurino, nonostante le attenuanti – poche a dir la verità – di aver avuto alcuni acquisti negli ultimi 15 giorni di calciomercato (Illanes, Casarini, Gambale e Trotta). Il tecnico però fra qualche lezione di “filosofia” di troppo in sala-stampa e tre-formazioni-tre cambiate nei primi tre turni non ha iniziato affatto bene in Irpinia. Dopo due mesi di lavoro ci si aspettava di vedere almeno in parte qualcosa dal punto di vista del gioco e ciò non è ancora accaduto.

I gol subìti a Monopoli sono fotografia lampante del momento di un Avellino perso e senza bussola, bloccato e spaesato, che da’ la sensazione di non saper più cosa fare col pallone e di vivere un modulo forse non adatto alle caratteristiche della rosa. La squadra resta a metà fra la paura di sbagliare i nuovi movimenti provati in allenamento e il timore di trovare quel guizzo vincente in “libertà”.

La gara con il Messina di domenica al “Partenio-Lombardi” diventa già decisiva. Taurino, che nel finale di gara a Monopoli è corso ai ripari con una difesa a 4 ed ha ammesso in parte le sue colpe, dovrà studiare nuove soluzioni anche per dare gioie ad una piazza che merita questo ed altro.
Avellino-Messina sarà un primo reale spartiacque di questa stagione, si gioca in casa e davanti a quei tifosi che – nonostante tutto – sono sempre stati vicini alla squadra dal primo all’ultimo minuto in questa fase iniziale del campionato. Un plauso particolare va a loro: ben 2500 abbonamenti acquistati (quasi raddoppiati rispetto alla scorsa annata) e una vicinanza totale anche nelle due gare in trasferta fin qui giocate. Se sul campo l’Avellino arranca, sugli spalti è da primato.

Alberto Caccia

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