F. De Luca: “La palla rotola da pochissimo, è il caso di darsi una calmata”

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Se un uomo tranquillo come Giampaolo, il tecnico della Sampdoria che non si è mai arrabbiato per un esonero o una sconfitta, dà del coglione – per sua stessa ammissione – a Fabbri, l’arbitro della partita persa contro il Milan, scatta l’allarme. Se anche un uomo così moderato è arrivato a questo punto, c’è da preoccuparsi.

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E diventa quanto mai opportuno invitare gli allenatori a darsi una calmata perché la stagione è appena iniziata e il percorso sarà lungo e tortuoso, a giudicare dai pasticci – per adoperare un eufemismo – commessi in queste settimane dagli arbitri in campo e al Var. Se si comincia così, dove si arriverà in primavera, quando le tensioni inevitabilmente aumenteranno perché vi saranno gli obiettivi stagionali da centrare? C’è il concreto rischio che certi comportamenti creino più problemi del Var, che non può essere in alcun modo una miccia. Per fortuna, c’è un esordiente come Alvini, tecnico della Cremonese, che si scusa per le proteste a Bergamo e un esperto come Allegri che fa sfoggio di fair play – chissà quanto ironico – dopo l’errore della sala Var che è costato la vittoria alla Juve. Max, espulso dall’arbitro Marcenaro in quel finale da saloon nel teatro bianconero, scoprirà oggi quale provvedimento ha deciso di adottare il giudice sportivo nei suoi confronti. Idem Spalletti, che il cartellino rosso se lo è visto sventolare dall’arbitro Santoro dopo il gol di Raspadori: sulla felicità per la vittoria del Napoli ha prevalso il nervosismo per le lamentele dello Spezia sui minuti di recupero.
Il più nervoso di tutti questi allenatori è un ex del Napoli, Sarri, che ha aperto un rischioso fronte dopo la partita persa dalla Lazio proprio contro gli azzurri. Non si è limitato infatti alle proteste nei confronti di Sozza, tra i migliori delle nuove leve, per il rigore non assegnato dopo il contatto Rui-Lazzari: ha chiamato in causa l’intera categoria arbitrale che avrebbe messo la sua squadra nel mirino per ragioni non particolarmente chiare. La Procura federale vuole capire (e chissà quando verrà chiuso il fascicolo aperto nella scorsa settimana) mentre Sarri si è segnalato per un gestaccio alla panchina del Verona, salvo poi dire che era stato tutto chiarito. E un maestro della comunicazione come Mourinho perché fa certe allusioni sull’arbitro Maresca («Perfetto per i nostri avversari») dopo aver preso quattro gol a Udine?
La palla sta rotolando da poche settimane e già ci sono questi veleni e queste accuse che peraltro non risolvono il problema di fondo e ovviamente non alimentano corretti dibattiti. Il discorso non riguarda soltanto gli allenatori. I calciatori non rispettano il fair play e l’ultimo esempio è stato quello di Torino. Nel momento in cui l’arbitro di Juve-Salernitana si è diretto al video per esaminare la dinamica del gol di Milik si sono viste brutte scene a bordo campo, spintoni e urla tra i giocatori delle squadre, con una serie di cartellini rossi sventolati. Roba che non può essere giustificata con la tensione del momento e la decisione dell’arbitro che ha negato la vittoria in rimonta ai bianconeri. Il calcio ha bisogno di uno scatto culturale e non soltanto sugli spalti, dove si è visto in queste settimane purtroppo di tutto: dagli insulti razzisti in tanti stadi al tentativo di aggressione a Spalletti a Firenze, fino al saluto fascista di alcuni tifosi juventini a Parigi. Allenatori e giocatori si sforzino di dare l’esempio, davvero il buon esempio, e ci regalino solo momenti di gioia come quelli vissuti l’altra sera grazie all’Italbasket di Pozzecco e all’Italvolley di De Giorgi. È chiedere troppo?
F. De Luca, Il Mattino
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