Raspadori: “Questo gol è già impresso nel mio cuore”
Per lui il boato del Maradona: «Ho avuto i brividi È impressionante»
Quel “bravo Raspa!” gridato da Spalletti davanti alle telecamere di Dazn è il suggello a un pomeriggio che Jack Raspadori non dimenticherà facilmente. In tv il tecnico lo ha ricoperto di elogi, probabilmente anche per negare quel che invece il 22enne aveva ben presente quando è cominciato il minuto 89: e cioè che in caso di pareggio sarebbe stato uno dei principali indiziati nel tradizionale processo post-partita. «Ho sbagliato due gol che avrei dovuto segnare – ammette candidamente -, per fortuna la squadra mi ha messo in condizione di riprovarci e io sono rimasto lucido. Stavo molto bene, a parte gli ultimi cinque minuti dopo l’esultanza in cui non stavo in piedi. È una delle mie reti più belle in assoluto. È un momento che rimarrà ben impresso nella mia mente e nel mio cuore. Ho ancora i brividi, è qualcosa di impressionante. Sono davvero contento, era una partita importante, dovevamo portare a casa i tre punti e alla fine il risultato è arrivato».
È la natura del calcio dove quello che è successo fino a un secondo prima conta relativamente. C’entra anche il destino. Perché su quel pallone rasoterra di Lozano si avventa prima Gaetano che però liscia clamorosamente. La sfera prosegue il suo cammino, arriva Jack che finalmente è nella sua terra preferita. In area di rigore e, come dice Spalletti, «nella sua posizione, perché non è un esterno e non è una prima punta. È questa via di mezzo di centrosinistra».
È l’uomo di Certaldo a chiarire che non si tratta di un gol fatto a occhi chiusi. «L’ha messa nell’unico spazio dove poteva fare gol, tra il difensore e il palo». Voluto, cercato.
SPALLETTI: BRAVO RASPA
Un boato così, solo per lui, Raspa non l’aveva mai sentito. Se n’è andato sotto la Curva B con lo stesso volto della felicità che aveva quando in agosto arrivò a Villa Stuart. Non ci eravamo mai imbattuti in un calciatore così ostentatamente contento di affrontare le visite mediche. Nel post-partita l’allenatore lo ha difeso con le unghie: «è stato sempre in partita, ha giocato un match eccezionale, è venuto incontro a legare con il centrocampo tantissime volte. Poiché non siamo stati bravi a farla girare, il suo lavoro si è dovuto raddoppiare, Poi quando l’ho messo a sinistra, ha rincorso, si è messo a disposizione». E lo ha tenuto in campo quando tutti lo avrebbero tolto.
Quello di Raspadori è stato un pomeriggio complicato. Un primo tempo ad annaspare nelle sabbie mobili spezzine. Abbandonato a sé stesso e fare a sportellate non è il suo forte. È un calciatore che ha bisogno di avere la palla sui piedi per l’uno-due. Nella ripresa sembrava che stesse andando un po’ meglio. Due chance le ha avute, due palloni confezionati su misura per l’uomo d’area che è: uno lo ha toccato male, quasi lisciato; l’altro ha tirato peggio. Ha toccato cinquanta palloni in quasi cento minuti. Ma appena otto in area di rigore che poi sarebbe il suo regno. Ha avuto il quoziente di expected goals più alto della squadra: 0,67. Segno che è stato l’uomo sul cui piede sono capitate le occasioni migliori. E fino all’89esimo le aveva sprecate tutte. Prima di diventare l’eroe della giornata.
Fonte: CdS