F. De Luca (Il Mattino): “Il profumo della vetta in A diventa un segnale per la Champions”

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Il colpo a Roma vale per ora il primo posto. Il Napoli ha vinto in casa della Lazio dopo il pareggio col Lecce che aveva sollevato perplessità perché eccessivo era apparso il turn over di Spalletti. Che è Laziotornato “al classico” per la sfida con l’amico Sarri, cioè al 4-3-3 e agli uomini che aveva schierato nelle prime tre partite, e il risultato è stato quello sperato. Una vittoria netta, più ampia dello scarto di un gol rispetto ad avversari che sono stati messi sotto dopo essere passati in vantaggio. Il Napoli ha avuto la capacità di togliere il respiro alla Lazio e di schiacciarla nella sua trequarti. E ha confermato di saper soffrire, portando a casa i 3 punti che lo ha spinto sul gradino più alto della classifica alla pari del Milan – brillante e vincente nel derby – in attesa dei risultati di Roma e Atalanta. È la conferma della compattezza della squadra ed è un ottimo auspicio per la Champions che si inizia mercoledì al Maradona contro il Liverpool. Ha ragione Spalletti quando chiede alla piazza di aspettare con pazienza la crescita dei suoi, che tuttavia hanno confermato a Roma di avere spalle molto larghe e di poter puntare a un obiettivo di prestigio. La partenza del Napoli era stata in salita perché si era trovato sotto dopo meno di quattro minuti: gran colpo di Zaccagni tra difensori fermi. Gli azzurri hanno avuto una reazione prepotente dopo lo svantaggio, annullando la Lazio, perché già a metà del primo tempo avevano il pieno controllo della partita, con il 65 per cento di possesso palla. Gli uomini di Sarri hanno progressivamente perso campo, Kim ha alzato un muro mentre là davanti cresceva Kvaratskhelia. Lazzari e Patric facevano fatica a limitare il georgiano, che con un colpo di genio colpiva il palo. E subito dopo arrivava il gol del pareggio, con lo stacco di testa di Kim, simile a quello del 4-0 al Monza. La rotta della partita era chiara, confermata nella ripresa con un avvio che ha messo all’angolo la Lazio: due tiri di Kwara, un colpo di testa di Zielinski e il palo di Osimhen. E poi la gemma del georgiano (quarta rete), che ha consentito al Napoli di portarsi in vantaggio. Con la qualità del gioco e con la personalità emersa dopo la rete di Zaccagni, quando Lobotka e i suoi compagni hanno avuto una reazione che ha stordito i biancocelesti, rivisti soltanto dopo il secondo gol, quando hanno cominciato ad attaccare sul lato destro. Nel momento della “garra”, con i laziali che ci provavano anche con i tuffetti in area, il Napoli non si è smarrito, con i maestosi Kim e Anguissa che spazzavano via tutto e reimpostavano l’azione e con gli attaccanti che si lanciavano su ogni palla con feroce determinazione, a cominciare da Osimhen che non ha segnato ma ha lottato su tutti i lati, fino all’ultimo respiro. Se queste sono la testa e la maturità della squadra, è tutto possibile in campionato e in Champions.

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E adesso c’è la coppa più bella. Il Napoli torna dopo due anni e un mese nel più prestigioso teatro calcistico, l’ultima volta fu a Barcellona. Ci sarà la terza sfida consecutiva con il Liverpool, che ha un rendimento altalenante in Premier. Ieri, nel derby pareggiato contro l’Everton, si è rivisto il bomber Nunez, preso dal Benfica per 100 milioni: non ancora al meglio. Di questi disagi attuali proverà ad approfittare il Napoli con il supporto della sua gente. Ma non basta, certo. Ci vogliono corsa e cuore per affrontare i vice campioni d’Europa, oltre alla capacità di sfruttare le occasioni che i Reds sempre concedono ai loro avversari”. Fonte: Mattino.it

 

 

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