Il ds azzurro Cristiano Giuntoli e il suo staff (Pompilio, Micheli e Mantovani) si danno da fare senza fermarsi mai. Non conoscono vacanze, non conoscono riposo. Perché arrivare anche solo con una frazione di secondo di ritardo su un giocatore si può rivelare decisivo.
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Giuntoli è metodico. Trascorre dalle 3 alle 5 ore al giorno davanti a uno schermo. Riesce ad avere tutto sotto controllo e studia. Studia ogni singolo dettaglio. Bisogna capire la particolarità di ogni calciatore, le varie caratteristiche e poi fare la tara. Prima di arrivare a Khvicha Kvaratskhelia, ad esempio, sono stati presi in esame decine di calciatori con caratteristiche simili, e la scrematura può richiedere molto tempo. Insomma, anche i vari algoritmi possono essere utili, ma fino a un certo punto, poi serve sensibilità e occhio esperto.
Ma non è tutto. Dove non arrivano i propri occhi, devono arrivare quelli delle persone giuste. Quindi non solo video, ma anche contatti. La soffiata su Kim Min-Jae, ad esempio, è arrivata dalla Cina. Soffiata giusta, ma anche coraggio: quello di rischiare e andare a prendere un giocatore prima che se ne accorgano gli altri. È stato così per Kim, così come lo è stato per Kvaratskhelia del quale un po’ tutti dicevano un gran bene, ma solo il Napoli si è mosso con decisione per aggiudicarselo strappandolo a una concorrenza che sarebbe potuta essere fortissima.