Ma se fosse nata una stella? E in una serata così abbagliante, nella scia di quel «tiraggiro» che a Napoli è un «mantra», dentro uno stadio che può godersi uno spettacolo avvolgente, quando Khvicha Kvaratskhelia lascia che il suo destro disegni una parabola favolosa e pure favolistica, l’emozione diviene delirio di massa e il «Maradona» non sa cosa pensare, dove cominci la realtà e se esitano briciole di finzione. La perla che non t’aspetti riempie una partita, che il Napoli fa immediatamente sua e che il Monza subisce. Ma la genialata va oltre, il georgiano che (17′ st) s’inventa un altro capolavoro, va di finta e di controfinta nell’area piena, poi incrocia sul palo lungo per abbellire ulteriormente la propria giornata. Il Napoli è stordente, palleggia con Lobotka e Zielinski, affonda con Anguissa, accorcia il campo e poi lo allunga per il suo tridente (Lozano-Osimhen-Kvara) che apre il Monza in due e lo tiene basso. Stroppa non può inventarsi nulla, se non liberare Barberis dall’inutile pressing su Lobotka: è una mattanza o semplicemente la differenza tra due universi lontani, inavvicinabili. Il Napoli aspetta, sbaglia tanto (sei chance in mezz’ora) ma sceglie l’affascinante, sontuoso Kvara per scappare via con un capolavoro che scuote e trascina.