Molti non avevano capito il perché della scelta di Mancini di convocare Giacomo Raspadori, attaccante classe 2000 con qualche saltuaria presenza in Serie A, per gli Europei la scorsa estate. Ebbene, il campionato del talento bolognese dello scorso anno ha dato ragione al ct, che di attaccanti se ne intende e che vuole trasformarlo nel perno del reparto offensivo della nazionale del futuro: un peso non da poco. Ma Raspadori non sembra sentire la pressione e ha scelto il Napoli perché vuole confrontarsi con il calcio dei grandi, con squadre e realtà importanti che giocano competizioni di alto livello. Il suo amore per il calcio è sbocciato improvvisamente in una notte estiva, quando scoprì la gioia di calciare un pallone all’oratorio di Castel Maggiore. I suoi genitori custodiscono gelosamente i video delle sue prime partite e in una di queste, contro ragazzi più grandi, dribbla 5 avversari e va in rete con la naturalezza di un veterano. Calcio e bici le sue grandi passioni e l’amore per i tortellini, che mangia ancora almeno una volta a settimana e piatto più richiesto alla nonna. Dovrà trovare un modo per dei celeri ritorni a casa Raspadori, ma questo è l’ultimo dei suoi problemi: su di lui pesa la responsabilità di trasformarsi nel leader del Napoli e della nazionale del futuro e per farlo si affida a Spalletti, tecnico che ammira molto e da cui sente di poter imparare molto. Tutto questo con la benedizione di Mancini.
Fonte: Il Mattino