L’approfondimento di Maurizio Santopietro (Psicologo)
“Fino a dieci giorni fa, gran parte della tifoseria partenopea giudicava l’operato del Napoli
insufficiente, per aspirare addirittura alle posizioni di Europe League, anche con ragione,
considerate la fuga in massa dei “senatori” e l’evidente ritardo dell’acquisto dei loro
rispettivi sostituti. Critiche fondate quindi. In questo arco temporale, l’avversità,
l’antipatia (di cui ADL è abilissimo nel suscitarla), i pregiudizi e le infamanti accuse di
essere opportunista (volgarmente “pappone”) nei confronti del presidente si sono
accentuate a dismisura, inserendo anche e soprattutto la non accettazione del “rischio
d’impresa”, che ha caratterizzata tutta la sua gestione, non acquistando mai in gennaio –
quando il Napoli si trovava primo nel girone di andata -, un giocatore di alta qualità
tecnica per lo scatto finale. Ma da qualche giorno, ecco che queste ultime tre entrate
hanno rivoluzionato la valutazione tecnica, tanto che ora possiamo ritenere, senza enfasi,
che la squadra sia attrezzata per competere con le migliori, in Italia, ovviamente:
Raspadori, potendo essere utilizzato in tre diversi ruoli (centravanti, dietro la punta ed
esterno alto, come va di moda dire oggi); Ndombélé, che conferisce più fisicità e
interdizione al centrocampo, rispetto a F. Ruiz, tanto che in alcune gare il centrocampo a
due (con Anguissa) è auspicabile (contro le “piccole”); e Simeone, come ottimo
attaccante di scorta, tecnicamente migliore del pur bravo Petagna. Ora tocca a Spalletti
sbizzarrirsi nelle più creative ed efficienti formule tattiche. Attenzione, Diciamolo (senza)
Livore: Napoli nel cuore”.
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