Certo, il 4-3-3 va bene quando si disegnano gli schemi alla lavagna. Poi c’è il campo, e i calciatori si muovono. È un assetto semplice, a parole. Ma la mediana del Napoli, con Lobotka, riparte dallo stesso dna: aggressività costante, possesso continuo. Con il Girona, il meglio si è visto quando gli azzurri sono riusciti a tenere corte le distanze. Lo slovacco è una garanzia: ha dimostrato di avere l’intelligenza per fare il direttore d’orchestra, il giocatore che dà il ritmo al resto della squadra. Le sue doti sono emerse nell’ultimo campionato, e sembravano dimenticate. Nel sistema, il regista slovacco riceve inizialmente in posizione classica, davanti la difesa, e poi scende tra i due centrali, oppure partiva basso, da terzo centrale di difesa, e sale in mediana in un secondo momento. Grazie a lui, Spalletti ha sempre la prima mossa, come uno scacchista che gioca sempre col bianco.
Il Mattino