L’ex Savoldi: “Raspadori nuovo Mertens. Spalletti lo aiuterà”

L'ex attaccante del Napoli degli anni '70 confida in Spalletti e parla di Raspadori

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Giacomo Raspadori piace a tutti gli abitanti del pianeta Napoli. E piace anche a Beppe Savoldi, 75 anni, uno che di attaccanti se ne intende.

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Eccome: una gran bella vita da splendido centravanti e 233 gol. Di cui 77 proprio con la maglia azzurra che oggi Spalletti vorrebbe cucire sulla pelle di Jack. «Se l’idea è cambiare modulo, e dunque passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1, allora condivido pienamente la scelta: Raspadori è un giovane di qualità con grandi prospettive».  

 

 Del tipo?  «Il miglior centravanti italiano, in questo momento, è Immobile. Belotti, ahilui, è stato frenato da numerosi problemi fisici e ciò significa che potenzialmente parliamo dell’attaccante del futuro».  

Anche perché nasce centravanti, gioca in appoggio alla punta e sa fare anche l’esterno. Ed è ambidestro.  «Beh, ma se arrivasse per fare il vice Osimhen, uno dei migliori centravanti in circolazione, allora sarebbe sprecato. Non può venire per fare la riserva, ecco perché parlo di cambio di modulo: alle spalle di Osimhen, diciamo alla Mertens. È svelto, rapido, si muove benissimo nei pressi dell’area: ha davvero grandi potenzialità».

Il Napoli ha salutato proprio Mertens, Insigne, Koulibaly e Ospina: una vera rivoluzione.  «Sono arrivati giovani interessanti e in quest’ottica bisogna valutare anche l’interesse per Raspadori: ci vorrà un po’ di tempo per dare a questi ragazzi la possibilità d’inserirsi. E tra l’altro rispetto alla stagione precedente, almeno per il momento, si punta sul tridente».  

Quanto e cosa ha perso la squadra con le cessioni?  «Credo un po’ di consistenza, però magari trovi presto lo spirito giusto e l’armonia. Magari scocca la scintilla e il Napoli può diventare una sorpresa. La mano e l’esperienza dell’allenatore saranno fondamentali».  

Chi può recitare la parte del leader?  «Punto su Osimhen: lui è uno che fa reparto da solo. Se sta bene e riesce a trovare la continuità, e dunque ad allontanare la sfortuna che lo ha perseguitato negli ultimi due anni, può diventare un’arma letale. Il numero 9, però, non è mai un leader assoluto, piuttosto lo diventa di conseguenza: può esserlo davanti, questo sì, ma alle spalle ha bisogno di un gruppo che lo metta in condizione di segnare».  

Raspadori potrebbe aiutarlo, insomma.  «Vero. E potrebbe anche giocare in coppia con lui in un modulo a due punte. Le soluzioni offensive aumenterebbero».

Fonte: CdS

 

 

 

 

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