Gennaro Gattuso: «Napoli/Verona è la mia ferita aperta»

Gattuso si racconta a cuore aperto «Battere il Verona e arrivare in Champions sarebbe stato il mio scudetto: che rimpianto»

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Gennaro Gattuso è un libro aperto. A ogni pagina, però, c’è una storia. Parla ai microfoni di Sky Sport e ovviamente non poteva non toccare l’argomento Napoli. «Allenare il Napoli mi ha aiutato tanto. Se avessimo vinto l’ultima partita contro il Verona saremmo arrivati secondi. So di avere le mie colpe. Noi eravamo reduci da 20 risultati utili consecutivi e quel risultato mancato», racconta con molto rammarico la mancata qualificazione in Champions nella gara casalinga col Verona. «Quel secondo posto valeva come uno scudetto. E forse il fatto di aver mollato Firenze nasceva proprio dalla mancanza di voglia. Una mancanza di voglia figlia di quel finale di stagione con il Napoli. Ammetto che per un bel po’ di tempo non ho avuto il fuoco dentro e senza quello sono uno normale. E allora ho detto no a tutte le proposte. E sono rimasto un anno a casa. Napoli-Verona è la mia ferita aperta. Una cosa è certa: sono molto orgoglioso di aver allenato il Napoli e a Napoli. Ho avuto la fortuna di allenare giocatori eccezionali». E a proposito della squadra azzurra e dei tanti cambiamenti che sono in corsa dal punto di vista del mercato, Gattuso è molto chiaro. «Il recente passato del Napoli era una anomalia. Per 6 o 7 anni il Napoli ha mantenuto la stessa squadra: è una cosa che non succede mai. La normalità purtroppo è questa».

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Sta di fatto che dopo Napoli, dopo quel pareggio del 23 maggio 2021 contro il Verona, la storia di Rino Gattuso come allenatore è rimasta al palo. «Ho sofferto molto, sono state dette cose non vere e sono una persona diversa rispetto a quella che alcuni hanno descritto. A causa di ciò l’anno scorso non ho potuto lavorare con il Tottenham, per fortuna quest’anno il Valencia mi ha appoggiato. I social possono distruggere una persona, andrebbero regolamentati». Continua il racconto di Gennaro Gattuso, dal ritiro del suo Valencia, circa l’anno difficile, caratterizzato da alcune accuse di razzismo e sessismo arrivate proprio social. «Forse sbaglio a non parlare per difendermi, ma io sono fatto così. Però sarei ipocrita se dicessi che non ho sofferto per tante cose che sono state dette sul mio conto. Ho sofferto in silenzio, devo dire che ultimamente sono stato bersagliato su tante cose che non fanno parte della mia persona. Sono uscite cose non vere, perché sono state prese frasi dette 15 anni fa e inserite in un contesto per fare polemica. Ma io sono una persona totalmente diversa rispetto a quella che hanno descritto». Proprio questi attacchi hanno impedito a Gattuso di allenare il Tottenham. «L’anno scorso ci ho sbattuto i denti – ha aggiunto -, tutti pensavano che avessi lasciato la Fiorentina perché fossi già d’accordo con il Tottenham, ma non è andata così. Il Tottenham è arrivato dopo, poi non sono più andato lì a lavorare per delle cose non vere. I dirigenti del Tottenham ci sono cascati e ho pagato. Per fortuna al Valencia la dirigenza mi ha appoggiato. I social possono distruggere un personaggio o una persona e ci sono tanti esempi: penso ai ragazzini che finiscono sul web, rimangono etichettati per tutto il resto della vita a causa di un piccolo errore. Su questo bisogna lavorare. Quando hai una famiglia e degli amici che ti supportano nel quotidiano, passa tutto. Ci vorrebbero un pò di regole. Lascio passare tante cose che sono state dette, anche se sono stato davvero male. Ma va bene così».

Fonte: Il Mattino

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