Claudio Onofri, ex allenatore, ha parlato oggi a Radio Punto Nuovo, alla trasmissione Punto Nuovo Sport Show. “Dybala al Napoli mi affascina tanto. Lo ricordo per la prima volta quando era a Palermo e mi ci sono affezionato fin da subito da appassionato di calcio. Vederlo al Maradona sarebbe l’ideale, per tecnica, per il mancino, un’alchimia eccezionale. Le difficoltà sono rappresentate dalla concorrenza di altre squadre. Dybala emoziona, quando gli arriva palla può sempre succedere qualcosa. Napoli sarebbe la piazza ideale per lui. Ostigard mi ha sorpreso, sembrava esuberante e avevo timore in questo. Timore scacciato dalle prestazioni e dal modo di essere, dal carattere. Il pubblico genoano lo adorava proprio per questo. Oltre l’aspetto tecnico ha uno stacco imperioso: con il Milan in Coppa Italia è andato un metro e mezzo sopra gli avversari. Un acquisto veramente interessante che va aspettato. È il quarto difensore centrale del reparto, però credo abbia tutte le possibilità per poter diventare presto il titolare. Spero per il Napoli non al posto di Koulibaly. Per caratteristiche è adeguato al calcio moderno che si sta sviluppando anche in Italia. Il difensore centrale non deve solo marcare il centravanti, ma lo anticipa, gli va dietro, lo pressa, va anche a prendere il centrocampista se gli attaccanti avversari si spostano. Mi dava timore questa sua caratteristica perché la otteneva con troppa cattiveria agonistica, però è un difensore moderno. Sa anche giocare la palla, distribuire il gioco da dietro. È completo come difensore. Il passaggio dal Genoa al Napoli rappresenta una differenza abissale, però ha caratteristiche importanti per imporsi in una piazza del genere. La permanenza di Koulibaly farebbe tutta la differenza del mondo. Giocavo con il Genoa e dovevo vedere il campionato belga. Dovevo sottolineare i nomi che emergevano e sottolineai quello di Koulibaly 35 volte. Era abbastanza semplice individuare in lui un prospetto che sarebbe diventato fortissimo. Se perdi lui perdi non solo un giocatore fortissimo ma anche un capitano, che ha un senso di appartenenza importante e una presenza di spessore nello spogliatoio”.