La storia calcistica di Federico Bernardeschi è partita da Crotone. «Amavo le partite del campionato Primavera. Durante un Atalanta-Fiorentina rimasi folgorato da questo ragazzetto che sapeva mettersi in mostra, tentava sempre la giocata, faceva da leader. Quando ci fu l’occasione di portarlo a Crotone feci di tutto per averlo». Massimo Drago ha battezzato Bernardeschi nel calcio professionistico. «Accettò con entusiasmo di venire a Crotone, ma all’inizio era titubante. Dopo il debutto mi disse «Mister, se questa è la Serie B io non sono pronto, faccio fatica». Mister Drago lo racconta a Il Mattino.
«Segnò 12 gol alla fine di quell’anno, anche grazie a lui andammo ai playoff» ricorda Drago, che lo aveva immaginato ideale nel suo 4-3-3 «Ma anche nel 4-2-3-1 di Luciano Spalletti non avrebbe problemi, è un calciatore che deve giocare in quella zona di campo e tatticamente può dare una grande mano». Un’operazione di cui fidarsi, quindi. «Un’opportunità sia per gli azzurri che per Federico: a Napoli potrebbe esprimere tutto il talento che ha e che spesso a Torino non si è visto». Per quale motivo? «Credo fosse semplicemente una questione tattica, ha giocato a volte in un ruolo non suo ma senza dare mai problemi. È anche un uomo spogliatoio, lo sa bene anche Mancini che in nazionale non se n’è mai privato».
Il Napoli lo avrebbe preso volentieri già dalla Fiorentina. «A volte può dare l’impressione di essere un calciatore spocchioso, ma vi assicuro che non è così» continua Drago «Lo seguo sempre con affetto, ci siamo sentiti in occasione del suo ultimo infortunio importante: lo chiamai per fargli gli auguri, ho ritrovato il ragazzo che era già con noi a Crotone. Secondo me Napoli può essere la piazza giusta dove ritrovarsi ed esaltare le sue qualità: lo pensavo con Gattuso, lo penso ancora di più con Spalletti, da esterno destro con piede invertito può fare la differenza. E poi porterebbe con sé l’esperienza di cinque anni di Juventus con scudetti e coppe vinte: una qualità che non si compra al mercato».