In fin dei conti, siamo all’ouverture: eppure qualcosa è già successo. C’è la traccia per iniziare un romanzo, stavolta più denso di quelli precedenti, e se poi finiremo per trovarci in un thriller, si scoprirà solo sfogliando le pagine di questa ennesima estate rovente e anche un po’ tortuosa, con dentro un’idea di Napoli nuovo o anche un antico. E’ già andato via Lorenzo Insigne, anche se sta facendo ancora le valigie, ma con lui si dissolve un decennio, che porta via con sé i tiriaggiro e tanti sogni: non ci si libera così facilmente del peso della memoria dei suoi 122 gol, però Khvicha Kvaratskhelia si è messo a lanciare messaggi subliminali che un po’ spingono a stropicciarsi gli occhi. E’ un antipasto, ovvio, e ci vorranno serate più severe per sapere chi sia e cosa sappia fare questo giovanotto che ha spinto Giuntoli & Micheli, diesse e capo scouting, a convincere Adl a mettere dieci milioni di euro sul banco: ma un indizio è un terzo d’una prova. Il saluto di Faouzi Ghoulam ha riaperto ferite nell’immaginario collettivo, perché la corsa possente ed elegante di quello ch’era diventato tra i più forti esterni bassi di sinistra del pianeta s’è trasformata in dolente malinconia: e il Napoli, per togliersi di dosso la polvere d’un quinquennio attraversato aspettando che l’algerino tornasse se stesso, ha provveduto a riempire la fascia con Mathias Olivera, ha fisico e corsa, viene da un calcio che s’avvicina all’Italia, è uruguayano e Cavani l’ha introdotto in città. Fonte: A. Giordano C dS