De Napoli: «Il vero Ancelotti non si vide in quei 17 mesi a Napoli»
Compagno di Nazionale ai Mondiali di Italia 90, Nando De Napoli ci ha giocato insieme a centrocampo con gli azzurri di Vicini e ha avuto poi Ancelotti come allenatore alla Reggiana. «Lo conosco bene, ho apprezzato subito le sue grandi qualità umane, il suo carattere mite, si faceva voler bene da tutti nello spogliatoio: dava consigli ai più giovani e lo faceva sempre con i modi giusti, non l’ho mai sentito richiamare qualcuno. E poi già in campo ragionava da allenatore».
Quali erano le sue migliori qualità? «Dettava i tempi, faceva muovere bene tutti gli altri, era già un allenatore in campo. Poi tutte le sue qualità le ho riviste quando lo ebbi come tecnico alla Reggiana ed era giovane, alla sua prima vera esperienza. Mi colpì subito la sua serenità, non l’ho mai visto arrabbiato: era sempre calmo con tutti, faceva stare bene i calciatori, li considerava tutti uguali, questa per me è la sua qualità principale».
Con il Napoli venne esonerato il secondo anno a dicembre: fu la decisione migliore oppure sarebbe potuta andare diversamente? «Mi dispiace molto per come andò quella sua esperienza: a Napoli non si riuscì a vedere il miglior Ancelotti, non riuscì a emergere tutto il suo valore».
Anche subito dopo con l’Everton in Premier League ha vissuto una stagione alterna, poi con il ritorno al Real Madrid è tornato a vincere: se l’aspettava? «Ha avuto la capacità di ricaricare le pile e di rimettersi in gioco: è tornato al Real Madrid nell’ambiente ideale per lui dove si trova benissimo ed è tornato a vincere».
E la storia con il Real Madrid continua: prevede per lui altri trofei? «Perché no? La società gli vuole bene, stessa cosa i calciatori e vincendo Liga e Champions League è entrato sempre più nel cuore dei tifosi madrileni. E poi il Real Madrid ha nel dna le vittorie: Carlo potrà fare ancora di più la storia».
Capacità di farsi volere bene dai calciatori, qualità tecnica e anche grande praticità: ha battuto così il Liverpool di Klopp? «Ha indovinato tutte le mosse, è stato capace di limitare il gioco di una grandissima squadra come il Liverpool: l’ha studiata bene insieme a tutto lo staff, bisogna fare i complimenti anche a suo figlio Davide. Sono stati davvero bravi a vincere. E poi ancora una volta ha fatto la differenza la grande esperienza internazionale di Carlo, questa se la porta dietro dai tempi delle vittorie con il Milan».
Questo suo aspetto riesce a incidere maggiormente in grandi squadra dalla mentalità vincente come il Real Madrid? «Secondo me il Real Madrid è l’ambiente ideale per uno come Carlo, quando vinci spesso sei più abituato alla tranquillità e alla serenità e cosi emergono tutte le sue qualità migliori».
R. Ventre Il Mattino