Angelo Gregucci, ex allenatore dell’Inter, ha parlato oggi ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio.
Gianluca Scamacca è un ipotesi per un post-Osimhen: come lo vedi sotto l’ombra del Vesuvio?
“Bene, al netto dell’ombra del Vesuvio che si deve prendere delle responsabilità. Devi avere un terreno fertile per la tua crescita, materiale umano che possa garantire un apporto. Se Scamacca prende l’eredità di Osimhen, bisogna dargli la possibilità di adattarsi, perché le qualità non si discutono”.
Luciano Spalletti, come si fa a riuscire le giuste motivazioni per portare avanti un progetto?
“Non sono concetti che mi riguardano, se uno vuole vivere in un albergo o sul Vesuvio. Io vedo quello che lui porta alla squadra, mi interessa questo. Sono tutte manifestazioni strumentali per me, perché vive lontano dagli affetti o in albergo, è una sua scelta”.
Possiamo dire che la sua stagione sia stata sufficiente?
“Sufficiente? Era buona. Poi si è inceppata perché quella squadra aveva i requisiti tecnici per lottare fino in fondo. Il gruppo squadra è composto da ottimi giocatori, ma Napoli è una piazza complicatissima a livello mediatico. Ultimamente ha sempre fatto bene, ciccando solo l’anno scorso, suicidandosi l’ultima domenica con la mancata qualificazione in Champions. Non bisognerebbe mettere in discussione le componenti fondamentali. Sarebbe necessaria più compattezza nei momenti difficili, perché se non avesse perso quelle cinque partite in casa, sarebbe stata lì in vetta con Inter e Milan. L’addio di Insigne è traumatico, Zielinski e Fabian Ruiz sono chiamati a sostenere un’eredità pesante. Mertens a Napoli si chiama Ciro, è faticoso vederlo in giro per il mondo. Stiamo parlando di un senso di appartenenza veramente intenso, bisogna ricrearlo insieme alla compattezza delle componenti, le quali vengono messe in discussioni ogni anno. Serve stabilità, un progetto solido, messo in discussione anche quello. Al Milan si parlava di Rangnick ma poi hanno scelto di andare avanti con lo stesso programma”.