“Lacrime napoletane” in una lettera tutto il cuore di Lorenzo
Il capitano ringrazia tutti in una commovente lettera
Dipende cosa ci sta dentro una vita, se gli anni o più emotivamente il tempo vissuto: e proprio in quell’istante che pare un battito di ciglia, Lorenzo Insigne se ne sta da solo con i suoi 30.355 minuti da principe azzurro.
«Ricordo tutto di questo decennio».
E ci sarà pure modo di ritrovarsi, stordito nella esuberante propria fantasia d’un bambino, nella culla o per i vicoli di Frattamaggiore, in quel frammento di una esistenza sognata con gli occhi sognanti. Alle 17.12, quando ormai è finita e la sua lettera aperta è rimasta in un anfratto della memoria, a specchiarsi nel nobile «dolore» di Maurizio De Giovanni che gli ha dedicato una poesia, ciò che resta di Insigne e un album gigantesco nel quale si sfogliano 122 gol, 95 assist e la storia di un amore rimasto a volte soffocato, persino strapazzato ma poi esploso prepotentemente sul finale d’una storia che gli appartiene tutta.
«Ma io tornerò, un giorno, per guardare la partita dalle curve. Purtroppo, ci sono delle scelte da fare e io e la società abbiamo deciso così e siamo contenti. Ho dato tutto quello che avevo, in ogni partita che ho giocato, e adesso vorrei abbracciare uno per uno i tifosi, che mi hanno regalato sensazioni magnifiche. Ma devo un grazie a tutti i miei allenatori avuti qua e ai compagni – ora penso a Hamsik, a Callejon, a Reina, ad Albiol – che hanno speso belle parole per me».
Ora ch’è inutile guardarsi alle spalle, ritrovare quei frammenti d’incomprensione che persino Insigne e De Laurentiis hanno sepolto per una passeggiata mano nella mano, di quest’epoca abbellita da «tiraggiro» e capolavori d’arte pura riemerge il senso pieno del calcio, quel talento che ha dovuto caricarsi sulla propria «24» le responsabilità a volte esagerate per uno scugnizzo privo di malizia.
Fonte: A. Giordano (Cds)