Amarcord – Rubrica di Stefano Iaconis: “Il Marek di Trebisonda”

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Un pezzettino di azzurro, un zigzagante lampo tra il bordeaux che impera. Azzurro come quella maglia indossata per oltre un decennio. L’azzurro, in un’altra maglia, di un’altra squadra, di un’altra città. Adesso sua, come lo fu quella. Chissà se la luna che si specchia nel Mar Morto avrà avuto la stessa luce di quella del golfo. Magari si. Marek l’avrà guardata dalla terrazza dell’albergo, nella notte di Trebisonda, pensando a quell’azzurro che ha avuto cucito sul petto. Sotto di lui una città in festa. Dopo un trentennio. Più o meno lo stesso trentennio che è trascorso sul golfo. Aspettando qualcosa che non è mai arrivato. Ma che lui ha portato con i suoi nuovi compagni, li, a Trebisonda. Il golfo di Napoli, dove Marek Hamsik ha abitato, con quel mare sostituito da un nuovo mare. Ci è riuscito in Turchia, il capitano. Con il Trabzonspor, la squadra di Trebisonda, ex grande capitale dell’ impero turco. Un’ impresa. Hamsik ha interrotto il dominio delle squadre di Istanbul. Era festante, quando sabato sera, la cresta sempre in ordine, lucidata per le grandi occasioni, gli occhiali dalla montatura celebre a Napoli, è stato inquadrato mentre gridava “Trabzon Trabzon”, abbracciato ai compagni di squadra. Tutti abbiamo sorriso, tutti siamo stati felici di vederlo felice, in quel suo modo così contenuto, schivo, mai sopra le righe. Che abbiamo imparato ad amare. Ha coronato un sogno, il capitano. Quello di vincere un titolo. Non gli era mai riuscito, fino ad ora. Mentre sotto di lui, nelle luci a migliaia che accendevano una città che dagli anni ottanta era tagliata fuori dal calcio dei sultani, ondeggiante dentro un mare di folla riversato per strada, Marek avrà guardato verso il cielo. Quella luna che era la medesima che in quel momento stava accoccolata nel cielo di Partenope. Avrà avuto un pensiero, il capitano. Per la sua città. Dove non è riuscito a vincere. In quello stesso istante, Napoli, guardava lui. Ed esultava con lui. Con Marek, che sta adesso a Trebisonda. Con il cuore eternamente a Napoli.
di Stefano Iaconis

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