A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Gianni Improta, ex Napoli: “Penso sia arrivato un momento in cui la società debba fare chiarezza. Negli ultimi due giorni hanno dimostrato di avere le idee confuse, non programmano, è tutto improvvisato. Anche il fatto del ritiro dopo quella batosta ad Empoli. Nessuno doveva parlare, prendere decisioni, bisognava incontrarsi e poi capire il da farsi. Programmare adesso? Con chi? Con quali persone? Parliamo di una società con un padre padrone che fa e disfa a suo piacimento a seconda di come si sveglia al mattino. Ormai dire ‘questo è il miglior allenatore mai avuto’ è una frase fatta dopo aver messo dopo averlo fatto firmare e avergli messo una squadra importante a disposizione. In questi casi, non essendoci una figura carismatica, l’allenatore prescelto si sente in diritto di fare quello che gli pare e piace. Si vede che resta da solo e pensa di poter fare chissà cosa. Poi arrivano i momenti in cui si deve incontrarsi e agire. Sistematicamente viene fuori che la squadra non riesce ad ottenere il risultato che tutti speravamo di ottenere. Poi succede qualcosa e tutti dicono che la squadra non ha carattere. Ma non è così, vengono messi in una posizione psicologica tale. La società di calcio è una famiglia e questi calciatori si sentono orfani. L’allenatore è un padre, i dirigenti dei fratelli maggiori. Come si fa a fare un ritiro dopo le tre gare più importanti del campionato e non farlo prima? Sto sentendo cose inenarrabili. Nelle ultime tre gare c’è un solo colpevole, Luciano Spalletti. Programmare in questa situazione, dove c’è un dispiacere diffuso, è impossibile. Non dimentichiamo mai che resta una partita di calcio, con quanto sta succedendo nel mondo. Sono con il morale talmente giù da non immaginare. Io ho vestito quella maglia e scendevo in campo per dare soddisfazione ai tifosi, senza pensare ai soldi. Si può immaginare in che condizioni sono ora”.