Osimhen fa 12 e non molla: «Mai arrendersi»
Il Napoli deve ripartire da ciò che ha saputo esprimere in questi nove mesi, un calcio vario e anche verticale, che con La Fiorentina è stato «sporcato» da interpretazioni un po’ naif e da errori individuali: però, e Osimhen s’è calato nel ruolo, non si butta via il bambino con l’acqua sporca, né ora e né poi, avendo sistemato la qualificazione in Champions quasi in cassaforte (e con dentro una cinquantina di milioni di euro che serviranno) ed essendosi comunque vestiti da protagonisti di un campionato che non epiloghi già scritti, lo suggerisce tutto quel che è capitato nelle ultime settimane, e che va ritenuto un messaggio subliminale da interpretare a cui Ghoulam ha fatto da spalla: «Mai arrendersi». Il dodicesimo gol in campionato, il sedicesimo stagionale, è stato il primo completamente inutile per Osimhen: non gli era mai capitato che una sua prodezza finisse per avere un valore esclusivamente utile alle statistiche personale. Nel «cestino», e in Europa League, c’era finita solo la rete contro lo Spartak Mosca, 30 settembre scorso, un’altra sconfitta casalinga, un altro 2-3: quella volta, al Napoli bastarono tre giorni per dimenticare la delusione e rilanciarsi con l’1-2 di Firenze e a seguire la vittoria sul Torino, il 3-0 sul Legia Varsavia, il pari all’Olimpico con la Roma, i successi sul Bologna e sulla Salernitana. Cinque vittorie e un pareggio… (all’epoca). A. Giordano (Cds)