Frenata pesantissima del Napoli nella corsa scudetto: la Fiorentina vince 3-2 al Maradona ancora tabù, il quinto KO interno per la squadra di Spalletti sui sei totali in campionato. Fatali ancora una volta i viola: nel 2018 travolsero 3-0 gli azzurri di Sarri a Firenze estromettendoli dalla lotta al titolo e con il successo di ieri a Napoli ne hanno ridotto le chances tricolori a sei giornate dalla fine con il Milan primo a più due e l’Inter a pari punti (e con il match da recuperare con il Bologna).
LA DELUSIONE – Una delusione enorme per il Napoli che stecca nuovamente un appuntamento decisivo quando dovrebbe dare l’accelerata in vetta e lo fa di nuovo davanti al proprio pubblico. Poca lucidità, errori gravi su tutti e tre i gol della Fiorentina, enormi difficoltà a centrocampo con scarsa copertura alla linea difensiva e incertezze dei singoli nel reparto arretrato e la pecca di non aver capitalizzato la buona partenza per l’imprecisione nell’ultimo passaggio e al tiro, oppure con la scelta sbagliata al momento di concretizzare, come quella di Fabian Ruiz che invece di calciare con lo specchio di porta libero sbaglia l’appoggio ad Osimhen e quella di Lozano che non riesce a servire Mertens lanciato in profondità verso centro area.
LO SCOGLIO ITALIANO – Italiano la vince con il gioco che al Maradona ha sempre condannato il Napoli, in Coppa Italia, ieri e quando allenava lo Spezia. Nel momento del pareggio azzecca i cambi e mette vivacità con Ikoné e Maleh, poi Cabral approfitta del suicidio di Rrahmani per chiudere i conti. Il centrocampo è troppo distante dalla difesa e non offre copertura. Prima della partita si diceva che Torreira sarebbe stata l’assenza più pesante, ma è stata quella di Anguissa a farsi sentire di più e a spaccare in due il Napoli.
TUTTE LE DIFFICOLTÀ – Quando Spalletti sceglie il 4-2-3-1 con Zielinski sotto punta, il risultato è che Osimhen viene lasciato sempre solo e cercato solo con lanci lunghi che diventano troppo prevedibili alla lunga, certificando anche un lavoro degli esterni che non funziona se non c’è un centrocampo a tre che può attaccare e difendere senza preoccuparsi di mantenere l’equilibrio tra i reparti. Brutti segnali soprattutto dalla difesa che con le tre reti subite non è più la migliore del campionato (ora la più ermetica è quella dell’Inter con 24 gol al passivo, due in meno del Napoli). Zielinski, inoltre, non riesce né a creare pericoli tra le linee né a frenare l’impostazione di Amrabat. Un brutto Napoli con l’incubo viola che si materializza al Maradona.
Fonte: Il Mattino