Renica: “Il Napoli ha cambiato pelle, è matura la piazza così come gruppo e club”

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Lui sì che c’era. Alessandro Renica, il libero del Napoli di Maradona, quello degli scudetti e delle coppe. C’era quando alla fine degli anni ottanta Napoli e Milano si contendevano il tricolore. «I rossoneri presero il posto della Juventus, che è sempre stata la nostra rivale principale. L’ingresso di Berlusconi nel calcio sparigliò le carte».

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Senza, come sarebbe andata a finire? «Avremmo continuato il nostro ciclo vincente. Già vincere due scudetti di fila sarebbe stato epico».
Resta ancora un mistero quello perso nell’88. «Direi quello regalato, il più grande rammarico della mia carriera. Però ci rifacemmo alla grande due anni dopo, quando vincemmo all’ultima giornata».
Oggi come allora batticuore fino al 22 maggio? «Credo di sì, c’è un equilibrio pazzesco. È rientrata l’Inter, se non avesse vinto in casa della Juventus sarebbe stata una corsa a due».
È maturo il Napoli per vincere? «Certo, me ne sono accorto dopo Verona. E a Bergamo ne ho avuto conferma. La prestazione non mi ha sorpreso perché in emergenza il Napoli sta dando il meglio in trasferta, come è accaduto a Milano, Torino e Bergamo. I giocatori sanno cosa li aspetta, da questo momento le tensioni si moltiplicheranno».
Rispetto agli anni d’oro, la piazza Napoli ti sembra ulteriormente maturata? «Molto, le delusioni e le mezze vittorie hanno avuto il loro effetto, quello cioè di non deprimersi o esaltarsi troppo. L’illusione è la cosa peggiore».
Dove sta il segreto? Allenatore, club o ambiente? «Ovunque. Le capacità di Spalletti sono fuori discussione, il gruppo è pronto per vincere. Il presidente ha il merito di non aver ceduto i big».
Contro Verona e Atalanta, Spalletti ha fatto vedere come si vince contro chi gioca a uomo? «Ha indovinato entrambe le partite, studiando movimenti e smarcamenti che hanno funzionato benissimo. La sua esperienza è venuta fuori nelle gare complicate».
È Napoli contro Milan o Napoli contro Milano? «Contro Milano. È come se fosse Napoli contro due città. Sarà una guerra di nervi ma è stimolante combattere contro le due milanesi».
Esiste un favorito? «Il Milan, anche se di poco. Ha un vantaggio che gli permette di sbagliare una partita in più rispetto agli altri. Il Napoli no».
Quindi, in percentuale? «Do il 34% ai rossoneri, e il 33 a Napoli e Inter».
Chi gioca meglio? «Sempre il Milan, il Napoli ha cambiato pelle negli ultimi tempi. È diventato quasi perfetto in difesa, crea poco in attacco rispetto al passato ma oggi è più cinico».
Adesso per gli azzurri, Fiorentina e Roma al Maradona. «Due match tostissimi, soprattutto domenica contro i viola. Ma possono rappresentare la svolta. Sono stati lasciati finora troppi punti in casa, se si torna a fare il pieno a Fuorigrotta è quasi fatta».
Verona, Bergamo, Genova, ovunque al Nord c’è razzismo contro la maglia azzurra. «Vivo a Verona ma mi sento napoletano. Solo parole e nulla di concreto. Mi riferisco alle regole, alle leggi dure che non ci sono e che andrebbero rispettate. Il discorso è politico e non so a chi conviene affrontarlo sul serio».
Il Mattino
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