Atalanta-Napoli è il derby del doppio ex Bianchi: «Spalletti, ha la qualità per lo scudetto»
Ottavio Bianchi vive a Bergamo Alta ed è stato prima giocatore e poi allenatore sia del Napoli che dell’Atalanta: un grande doppio ex della sfida di domenica al Gewiss Stadium.
«Non saprei se definirla determinante o molto importante per entrambe. Per il Napoli comincia la volata finale nella lotta scudetto, mancando solo otto partite alla fine ora non c’è molta più possibilità di recuperare. Stesso discorso per l’Atalanta nella corsa Champions League»
Che partita sarà?«Al di là del valore e dell’importanza delle due squadre, il dopo sosta rappresenta sempre un punto interrogativo tenendo presenti i nazionali che sono stati impegnati nelle gare di qualificazioni mondiali e soprattutto quelli che hanno giocato oltreoceano. Certo, rispetto a prima gli allenatori hanno la possibilità di fare 5 cambi, che vuol dire mezza squadra, ma resta comunque l’incognita di quanto possa incidere la ripresa dopo il turno di stop».
Come vede la corsa tricolore?«Credo che il Napoli abbia una bella possibilità di vincere lo scudetto: ha tutte le carte in regola, una squadra solida. L’Inter si pensava potesse prendere il largo ma così non è stato, il Milan è in testa anche se alla vigilia era la meno accreditata. Una lotta a tre anche se la squadra nerazzurra per non perdere il tram e restare agganciata dovrà battere domenica la Juve».
L’Atalanta è ai quarti di Europa League, invece ha un po’ rallentato in serie A: come lo spiega?«In campionato sta facendo fatica in casa ma fuori no e direi che la motivazione tecnica sta nel fatto che le altre hanno preso le misure perché l’Atalanta non è più una sorpresa ma ormai una bellissima realtà. E le difficoltà si sono viste soprattutto a Bergamo contro le squadre piccole che si chiudono e stanno lì ad aspettare. In Europa invece gli avversari non sono riusciti ancora a prendere le stesse misure e soprattutto tutte le formazioni sia piccole che grandi giocano in modo più aperto».
Al Napoli mancherà Osimhen, quanto potrà pesare la sua assenza?«Osimhen sta facendo molto bene ma il Napoli ha una rosa veramente importante e ha la possibilità di cambiare: ci sarà Mertens e con lui si modifica un po’ il modo di attaccare ma resta lo stesso molto efficace. Sono diversi gli uomini di qualità tra gli azzurri e da loro possono arrivare le giocate decisive, anche se la vittoria è sempre di squadra».
Il Napoli finora ha la difesa meno battuta della serie A e quasi sempre in Italia alla fine vince la squadra con questa caratteristica: può essere questo un valore aggiunto per gli azzurri?«Direi che non solo in Italia ma in generale chi ha la difesa migliore solitamente vince. Ma io parlerei di organizzazione difensiva e cioè che appena si perde palla tutti devono entrare in mentalità difensiva: il Napoli questo lo fa benissimo, a cominciare da Politano e Insigne che rientrano e chiudono alla grande le fasce laterali».
Quanti sono i meriti di Spalletti e Gasperini sul rendimento di Napoli e Atalanta?«Napoli e Atalanta sono due bellissime realtà condotte molto bene da Spalletti e Gasperini: bisogna dare meriti ad entrambi per tutto quello che stanno facendo, la loro impronta si vede».
Anche nella società Atalanta è entrato un gruppo americano: quale è il suo punti di vista?«Io sono un romantico ma ormai bisogna abituarsi a questi nuovi scenari. Questi gruppi stranieri prima sono entrati in Premier e in altri campionati e ora lo stanno facendo in Italia».
Sono trascorsi due anni da quei giorni terribili a Bergamo dei tanti morti per Covid, cosa ricorda di quei drammatici momenti?«Ero chiuso in casa e sentivo le ambulanze ogni dieci minuti: furono veramente momenti terribili».
Nell’anno dello scudetto del 1987 con il Napoli a Bergamo con gli azzurri vinse 1-0, che partita fu?«Una gara difficile, a Bergamo contro l’Atalanta non era mai facile vincere, noi poi ci riuscimmo anche nella finale di ritorno di coppa Italia».
R. Ventre (Il Mattino)