Mertens sempre in doppia cifra, a Bergamo può continuare la speciale “tradizione”
Dries Mertens è la storia del Napoli. Alla vigilia dei 35 anni, da compiere il 6 maggio, certa il decimo gol nella stagione per chiudere anche il suo ottavo anno consecutivo con la maglia azzurra in doppia cifra. È fermo a quota 9, con 7 gol in campionato, uno in Coppa Italia e uno in Europa League. Non è mai sceso sotto quota 10 neanche nei primi anni nel Napoli, quando iniziò come riserva. Anzi, a voler essere pignoli, se aggiungiamo i due anni nel Psv Eindhoven, dal 2011 al 2013, e la stagione prima all’Utrecht, è dal 2010 che Mertens non scende sotto la doppia cifra nelle varie competizioni ufficiali, quando ne realizzò solo 7, in 39 partite, con lo stesso Utrecht. E stiamo parlando del massimo campionato olandese, l’Eredivisie
2009/2010. Insomma, Mertens è uno che il gol ce l’ha nel sangue. Anche perché l’abitudine di segnare l’ha pressa da subito. Nella serie B olandese, con l’Agovv Apeldoorn, realizzò 15 e 14 gol. E aveva 20 anni. L’anno prima era arrivato dal suo Belgio. Insomma, Dries è uno che in 15 campionati professionistici, per 13 volte ha superato i dieci gol stagionali, E al suo sedicesimo è molto vicino al traguardo. La vetta naturalmente con la maglia del Napoli. Con i 34 gol nel 2016/17, 28 in campionato, quando Sarri lo reinventò centravanti dopo l’infortunio di Milik. I suoi numeri nel Napoli sono noti, con i 144 gol nelle 389 partite disputate è il massimo cannoniere della storia azzurra. E può ancora aumentare il suo bottino in queste otto partite finali. Discorso sul rinnovo dei contratti a parte. Questa è stata una stagione in chiaroscuro. Partita con il problema alla spalla. Dries ha saltato la preparazione e le prime cinque partite di campionato. Davanti a lui poi c’era un Osimhen in gran forma e ha esordito solo alla settima, per 6 minuti, nella vittoria di
Firenze. Scampoli di partita sino alla sconfitta con l’Inter, quando realizzò il gol del 3-2 che diede l’illusione di un possibile pareggio (sfumato pure per un suo errore nel finale). Poi la doppietta nel 4-0 alla Lazio e altri due gol di fila, nel 2-2 esterno con il Sassuolo e nella sconfitta per 3-2 con l’Atalanta. Altro gol pesante quella alla Juve, valso il pareggio finale. L’ultimo invece lo ha realizzato nel 4-1 alla Salernitana. Tornato Osimhen dopo l’infortunio di San Siro, Mertens è tornato in panchina. Da parte sua mai nessuna polemica. Anzi, proprio al nigeriano, molto più giovane di lui, sembra che gli faccia da guida, con costanti consigli e incoraggiamenti durante le partite. Mertens non va in gol da sette partite ormai (in due però, contro Lazio e Verona non è entrato, e in una sola, con il Cagliari, ha giocato 90 minuti). Nelle ultime gare, con Cagliari appunto, e Milan e Udinese, ha trovato spazio come seconda punta. Soprattutto contro i friulani è stato determinante per un cambio passo nel gioco dopo che i bianconeri erano passati in vantaggio. Adesso con l’Atalanta toccherà a lui per continuare a fare la storia del Napoli. C. Tarsia (Il Mattino)