Nove storie da raccontare, percentuali scudetto da dividere al 25 per cento tra 4 squadre: Spalletti non si nasconde alla vigilia della lunga volata finale che per il Napoli comincia oggi con la sfida al Maradona contro l’Udinese.
Quest’anno spesso è mancata la continuità, in settimana ha visto cose diverse rispetto al passato?
«Sono dei professionisti che si chiedono sempre se basta ciò che hanno messo nelle partite. Bisogna ribellarsi alla normalità e aggiornarsi continuamente, vogliono dare il massimo e inventarsi anche qualcosa: questa è una delle nostre caratteristiche. Poi c’è la giocata ma dietro il talento ci vuole il carattere e io l’ho visto».
Come avverte l’atmosfera dei tifosi intorno a voi? «L’entusiasmo noi lo percepiamo fortissimo, pensiamo alle ultime gare giocate in casa come siamo arrivati allo stadio: l’amore trasmette sensazioni positive. Abbiamo queste 9 storie da raccontare, nove avventure da scrivere, e dobbiamo viverle da protagonisti per i nostri tifosi».
Quali insidie nasconde l’Udinese? «Le insidie sono molte: Marino sa costruire per gli obiettivi da raggiungere, i giocatori sono scelti bene. Le ripartenze sono un’insidia, poi la forza sulle palle inattive perché hanno fisicità e il grande estro di 3-4 elementi. Dovremo avere equilibrio, gestire la partita ed avere chiaro subito cosa ci giochiamo in queste 9 sfide».
Ci dice le percentuali scudetto? «Se guardiamo la classifica le squadre che sono davanti, compresa l’Inter che ha una partita da recuperare, sono in più. Ma se andiamo a vedere le percentuali su quello che può essere il valore di queste 4 squadre dico il 25 per cento ciascuno».
Squadra che vince non si cambia? «Non ci faccio molto caso, guardo sempre i calciatori in settimana: bisogna far giocare 11 titolari e li ho scelti, questa volta non ho neanche un dubbio».
Si affiderà al sistema di gioco visto a Verona o tornerà a quello classico che ha proposto più volte quest’anno? «Per quanto riguarda l’atteggiamento dipende anche dalla squadra avversaria: è in un modo quando hai il pallone e in un altro quando lo hanno gli avversari. Loro hanno cinque calciatori che vengono a prenderti la palla e lasciano i terzini liberi: la partita bisognerà saperla gestire nei passaggi da destra e sinistra per trovare varchi e dei vuoti: per cui sarà 4-3-3 mischiato al 4-2-3-1, tanto cambia poco».
Le valutazioni sugli 11 da mandare in campo terranno conto anche dei diffidati per Bergamo? «Si partirebbe male cosi. Noi dobbiamo vincere per andare alla storia successiva, abbiamo il 100 per cento di passione e voglia di provare a vincerle tutte, si comincia con l’Udinese e non si pensa alla prossima: sono rischi che si corrono e vanno affrontati, bisogna vincere, allenarsi e rivincere. Bisogna metterci qualche cosa in più nelle partite in casa: tutto ciò che riguarda l’affetto dei tifosi è oro colato e non gioca mai a sfavore. Le soluzioni dobbiamo trovarle in noi stessi di ciò che non è andato bene».
In Torino-Inter ci sono stati alcuni episodi contestati: quanto è importante usare la tecnologia? «Ho fiducia, ho visto l’impegno e la strada intrapresa con la tecnologia. Giannoccaro è venuto a farci una lezione e ci ha fatto vedere direttamente cosa accade nella sala VAR, i dialoghi: è complicato far collimare tutto».
Come ha visto Insigne? «Molto bene quando è entrato a Verona e s’è allenato benissimo in settimana. Per quanto riguarda i miei problemi con Insigne sono tutti rivolti alla stessa cosa: ovvero che purtroppo tra tre mesi non sarà più a disposizione e a me piacerebbe averlo».
Potrà aumentare il minutaggio di Mertens? «Se Ciro non ha giocato è un po’ colpa mia: lui è bravo a farsi trovare pronto sempre anche quando lo vedi nel corridoio e con lo sguardo ti dice che c’è: questo ci fa piacere e lo teniamo presente».
R. Ventre (Il Mattino)