Su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Luis Vinicio, ex Napoli, ecco le sue parole: “Quella per i miei 90 anni è stata una giornata bellissima, speciale. Ho ringraziato i giocatori del Napoli per avermi dato la possibilità di stare vicino a loro. Li ho incitati al massimo per vincere questo campionato. Io sono a Napoli da tanto e ci resterò per sempre, essere napoletano è bellissimo. Ho detto a Spalletti di crederci. Tante volte vedo che la squadra fa un bellissimo primo tempo e poi il secondo così e così. Bisogna arrivare fino in fondo nella migliore maniera possibile. L’occasione del campionato è da non perdere. In questi 90 anni ho vissuto una vita solare, ho costruito una famiglia e non desidero più nulla, ho avuto tutto. Dal primo giorno in cui sono stato con la squadra cercavo di fare la preparazione, tutto, da solo. Ma vedevo che non c’era partecipazione come avrei voluto e questo mi faceva arrabbiare. Volevo che facessero tutto ciò che chiedevo nella preparazione atletica. Erano un po’ rilassati. Quindi gli dissi ‘O cambiate o domani mattina vado via’. Alla fine sono cambiati e abbiamo ottenuto risultati con campionati stupendi. Maradona o Pelè? Nel senso napoletano sicuramente, Pelè è il brasiliano più grande di tutti. Inutili i paragoni, entrambi facevano sognare la gente. Maradona? Trentun anni fa, il 17 marzo 1991, Maradona giocò l’ultima partita con il Napoli al San Paolo. Undici mesi prima aveva vinto il secondo scudetto, poi il vizio della cocaina prevalse sulla sua voglia di guidare gli azzurri verso altri successi e lo fece squalificare. In quella squadra il suo partner era Careca, che ha ricordato l’amico Diego in una intervista al quotidiano argentino “La Nacion”, partendo da due momenti distanti dieci anni. «Ho incontrato Maradona nell’86 durante una premiazione a Parigi. Giocavo nel San Paolo e lui mi chiese se volessi andare a Napoli. Sarei stato ingaggiato pochi mesi dopo. Rinunciai a un’offerta del Real Madrid perché il Napoli aveva vinto il primo scudetto e per niente al mondo avrei perso questa occasione». E poi quell’idea rimasta un sogno nel ’96: «Dopo Napoli avevo giocato per un po’ in Giapppone. Spuntò un’idea, quella di chiudere la carriera con Diego. Avremmo dovuto giocare per un mese nel Santos (il club di Pelé, ndr) e lui avrebbe indossato ovviamente la maglia numero 10 (quella della Perla Nera, ndr). Poi saremmo andati a giocare nel Boca Juniors, squadra argentina di grande prestigio che mi piaceva moltissimo».Careca, rimasto profondamente addolorato per la morte del Diez, ha confessato nell’intervista il dispiacere per non essere ancora riuscito a rendere omaggio all’amico nel cimitero Jardin Bellavista di Buenos Aires e non ha dato giudizi sull’altro Maradona, quello che rovinò la sua vita con la cocaina: «Io parlo dell’uomo buonissimo che ho conosciuto. Che Dio lo tenga per sempre tra le sue braccia».